L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
"Love", la serie di Apatow tra alti e bassi
"L’amore
ai tempi di Netflix. La serie «Love», una nuova produzione originale della piattaforma di streaming, racconta lungo il corso di
dieci episodi tra cinismo e buoni sentimenti, tra sarcasmo e
dolcezza, la storia d’amore di Mickey e Gus. Due anime in pena, due
trentenni molto ego riferiti che s’incontrano nel momento in cui
entrambi sono cumuli di macerie sentimentali, appena scaricati dai
rispettivi partner. I due non potrebbero essere più diversi,
sembrerebbero male assortiti ma all’improvviso scatta l’amore, forse
per colmare due solitudini, due simili disagi esistenziali, forse perché
le loro stranezze in fondo si bilanciano. Diciamo subito che «Love»
parla d’amore ma non è una commedia romantica, o meglio lo è secondo i
canoni del cinema indipendente americano che hanno ormai valicato i
confini dei film per estendersi a molte serie tv, da «Girls» a «Master
of None» o «You’re the Worst». Il riferimento a «Girls» non è casuale
perché anche la serie di Netflix è una creatura dello sceneggiatore e
produttore Judd Apatow, già firma di molte commedie di Hollywood, che ha scritto «Love» con Paul Rust, anche interprete del
protagonista maschile (quanto di più lontano dall’immaginario da
«fidanzato della porta accanto») e un’altra sceneggiatrice di «Girls».
Sullo sfondo c’è Los Angeles e non mancano i riferimenti «meta»
all’industria dell’intrattenimento. La serie inizia con un passo lento e
non cattura da subito, bisogna avere pazienza e seguire il procedere
degli episodi per seguire con più empatia le vicende
della volitiva Mickey e del timido Gus, entrambi spesso preda della loro
immaturità. Complessivamente l’esperimento è riuscito a metà: molte
chicche preziose di scrittura e interpretazione (come il personaggio
della star bambina a cui Gus fa da insegnante privato sul set) si
perdono in un racconto che procede tra molti alti e bassi, a volte
avviluppato su se stesso". (Aldo Grasso, 12.04.2016)
mercoledì 13 aprile 2016
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1 commento:
serie deboluccia nonostante la firma popolare
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