martedì 13 aprile 2010

LA VITA E' UNA COSA SERIAL - “Lost”, la realtà parallela è vera arte?
Ma la scontatezza può essere un’arte? Sono cresciuto con l’idea che l’Arte coincidesse con l’innovazione, la sperimentazione, l’originalità; che avesse crismi rivoluzionari, che il suo motto fosse quelo di essere non al passo coi tempi, ma un passo in avanti (forward). Poi mi sono imbattuto, disgraziatamente, nei flash sideways dell’ultima stagione di “Lost”. Se Nanni Moretti urlava a scuarciagola “No, il dibattito no” in “Io sono un autarchico”, mi verrebbe da prendere un megafono e lanciare l’allarme “No, la realtà parallela, no!”. La “mirabolante” trovata ha spiazzato i più. Anche qualcuno, addirittura, tra i fans più incalliti. Ma dico io, uno segue per anni la serie con più misteri ed interrogativi della tv e poi cosa ti ritrovi? Che molte risposte si trovano in un microcosmo a margine, una sorta di ileostomia virtuale. Troppo scontato. Al limite della banalità. Roba da rivalutare il fondo più nero dell’intero serial: quando a Charlie è apparsa in visione la (pseudo) Madonna on the beach. Al confronto sono da considerarsi capolavori assoluti i finali di “A cuore aperto” (1982) – in cui si svelava che tutto il serial non era niente altro che il sogno di un bambino autistico – di “Pappa e Ciccia” (1988) – le vicende narrate erano fantasie della protagonista che stava scrivendo un diario – o, addirittura, la famigerata doccia sotto la quale si addormentava per un’intera stagione Bobby Ewing in “Dallas” (1978). Francamente, senza peli sulla lingua e dicendola fantozzianamente, quella di “Lost” mi puzza come “una cagata pazzesca”. Ma la delusione fa sorgere un’ulteriore questione “a margine”, se vogliamo “parallela” a quella avviata su Joss Whedon nella rubrica “Nano Nano” un paio di numeri fa del magazine: J.J. Abrams è davvero un genio? Più incompiuto che incompreso, ha sempre cesellato le sue produzioni come montagne russe: picchi estremi di qualità quando era presente, discese spericolate quando bigiava col cinema (altra realtà parallela!). Non a caso, forse, è “Felicity” la serie che più ha mantenuto costante la sua rotta (sebbene inferiore alle altre in quanto ad innovazione). Era il periodo quando doppio J non aveva ancora velleità cinematografiche. “Alias” è stato quello che ha mantenuto di più le promesse al fulmicotone, tranne verso la fine; “A proposito di Brian” già partiva zoppo per aver ingaggiato Raoul Bova; “Sei gradi di separazione” aveva dietro un’idea forte, avviata egregiamente ma che poi finiva in un vicolo cieco (come molti telefilm del “bulimico” Abrams, uno che nel futuro immediato ha in cantiere ben 12 progetti, tra cinema e tv!). Unica eccezione “Fringe”: partito moscio e con l’ombra di “X-Files” sulle spalle, ha saputo trovare la sua cifra dalla seconda stagione. Già immagino l’alzata di scudi dei seguaci più incalliti – si veda a tal proposito cosa scrive il docente di Filosofia Simone Regazzoni nella rubrica “Edicola di Lou” – pronti a difendere a spada tratta Abrams anche se sull’isola, al posto dell’Orso Polare, fosse comparso Bombolo che sbofonchiava “tze, tze, c’ho tutte le scarpe piene di piedi” come in “Delitto al Blue Gay”. Mi viene in mente quella scena in cui Woody Allen, in fila per vedere un film impegnato al cinema, incappa in una coppia che si masturba di aggettivi ridondanti all’indirizzo del regista. La realtà – parallela o meno - è un’altra: che sempre meno si ha il coraggio di criticare i telefilm, anche e soprattutto in senso negativo. E’ tutto un incensare, applaudire, osannare. Giusto farlo fino a qualche tempo fa: raramente trovavi una mela marcia in un cesto. Come se ci fossero solo Cult e Stracult e dimenticassimo i Cotti e Stracotti. Il caso di “Lost”, ripeto, è emblematico. A più d’uno è parso che gli sceneggiatori siano ricorsi all’espediente dei flash besides perché “non sapevano più che pesci pigliare”. In pochi lo hanno ammesso. Meglio giustificare: che figata, la realtà parallela, come uno specchio in cui rifletterci, che genialiata! A mio avviso bisognerebbe invece riattivare quel senso critico – ripeto, anche negativo e tranchant – che si è perso per strada. Non è un caso che il genere seriale conosca la stagione peggiore degli ultimi anni. In piccola parte, anche perché è vissuto nella bambagia di commenti troppo benevoli. Ha fatto la fine di certi cineasti definiti “intellettuali”: a parlarsi addosso. A compiere giri concentrici. Si è prese troppo per buone produzioni che non meritavano poi tanto; i girasoli hanno faticato a risaltare tra tante erbacce spacciate per dalie azzurre. Così si rischia di ritornare ai tempi in cui i telefilm erano “roba di nicchia” (lo sono acora in un certo senso, ma sono stati perlomeno sdoganati a livello culturale agli inizi degli anni 2000), visti solo dai fanatici che mai e poi mai si lancerebbero nella celebre espressione fantozziana. Naturalmente, lo spero e ne sono convinto, sarò smentito dal finalissimo di “Lost” che sarà stratosferico, inimmaginabile, eccezionale. Sarà vera Arte e la metteremo da parte. In Dvd o Blue-Ray che sia…(Articolo di Leo Damerini su "Telefilm Magazine" di Aprile)

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Lost è uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi. I flash sideways non piacciono nemmeno a me, ma non per questo si può dire che Lost non è un Cult e che JJ non è un genio (xò da fastidio anche a me che lascia ttt e sue serie a metà)

Anonimo ha detto...

Penso che qst flash sideways sono da attribuirsi all'incidente con la bomba negli anni '70. Spero che alla fine prevalga la realtà che noi tutti conosciamo.

Anonimo ha detto...

Lost è un capolavoro, Fringe e Alias sono due TF bellissimi. JJ è un genio xò pensa un pò troppo a far soldi. E' impegnato con troppa roba e lascia tutto a metà. Se non avesse lasciato Lost questa 6^ stagione sarebbe senza dubbio più bella, nonostante l'episodio su Alpert che è uno dei più belli in assoluto (è senza flashsidewise).

Chiara Poli ha detto...

Noo, Leo! Tu quoque... Sei passato al Lato Oscuro.
Io non credo che i telefilm non vengano criticati, di questi tempi. Anzi: leggo (e scrivo) recensioni negative. Bisogna che siano realmente giustificate, però: Lost però rappresenta un caso a parte.
Ho detto la mia qualche giorno fa (qui la prima parte: http://magazine.foxtv.it/2010/04/06/lost-la-parola-alla-difesa/ . La seconda parte sarà on line da oggi).

Leo Damerini ha detto...

Ma quale Late Oscuro...
Qui si rischia la presa in giro!

Tze Tze

Chiara Poli ha detto...

Dai però fa ridere questo Poli vs. Damerini con la foto dello stesso (nostro) libro nelle immagini personali :-D

Ho messo pure il Round 3, sul blog.
Arrendetevi, infedeli!
:-D

Leo Damerini ha detto...

ok, ti mando Bombolo a casa...
prepara i casoncelli!

Chiara Poli ha detto...

Sempre pronti, quelli ;-)

carolina ha detto...

ma daiiii
ma come si fa a dire che LOST è sempre e comunque un capolavoro????
Io lo seguo e ne sono rimasta esaltata, ma dire che l'ultima stagione è meravigliosa è veramente incredibile...Tutti coi salami sugli occhi, eh!

diciamo pure che ci stanno prendendo in giro!!!!

TuttoFaMedia ha detto...

Caro Damerini, la seguo spesso in silenzio, ma stavolta devo proprio intervenire! :)

Capisco l'esigenza di sintesi, capisco l'esigenza giornalistica delle iperboli, insomma so benissimo come funzionano le cose.

Però dire "bisognerebbe invece riattivare quel senso critico che si è perso per strada" non basta da solo a "riattivare il senso critico che si è perso per strada". Rischiamo di infilarci in meandri tautologici che sfociano nel più trito "mi piace/non mi piace, che bello/che schifo". Questo sì è un pessimo servizio reso ai telefilm.

Credo che invece che bisognerebbe affondare le mani nella materia trattata. Esempio: ok, i flash sideways sono deludenti. Perché? Rispetto a cosa? Rispetto a Lost in generale o rispetto a quelli che sono i nostri gusti? I flash sideways nascono da un'esigenza del network di "allungare il brodo". Vogliamo parlare del "modo" in cui gli autori hanno obbedito a questa esigenza? Del contributo citazionistico "dentro e fuori" Lost che ogni flash sideway porta con sé? Non sono un grande fan di questa trovata "prevedibile", ma credo che sia necessario allargare la prospettiva, contestualizzare il tutto e scendere più in profondità. Se vogliamo alzare il livello del dibattito. Altrimenti avremo sempre commenti stile "mi piace/non mi piace".

Saluti

Anonimo ha detto...

avete visto il bellissimo episodio su Desmond? se si avrete capito che non si tratta di una vera e propria realtà alternativa e che tutte le accuse sulla poca originalità mosse x via di qst scelta sono infondate. W Lost e W Desmond... STRAORDINARIO

Anonimo ha detto...

x Carolina
Non puoi dire che Lost non è più un capolavoro solo xkè nn ti è piaciuta qst prima metà della St. 6 . Lost è e resterà sempre un capolavoro, nonostante alcuni episodi noiosetti in qst stagione.

Leo Damerini ha detto...

Caro TuttoFaMedia,
ottimo e interessante il tuo intervento: mi verrebbe da dire, partecipa di più...!
E' chiaro che il taglio era provocatorio - come lo sarà l'incontro al Telefilm Festival - e propulsivo alla discussione. L'idea era quella di mettere in dubbio non tanto il culto della serie - che rimane e rimarrà intatto indipendentemente da tutto - quanto il livello "rivoluzionario" autoriale e una certa critica propensa, come dici giustamente tu, a prendere per "tutto buono" o per "tutto male" e anon fare quasi mai passi indietro con la paura di perdere la faccia o ceredibilità...
E se il pezzo ti ha spinto ad intervenire e a uscire allo scoperto - questo era un pò l'intento: far prendere posizione - un pò me ne compiaccio...
a presto, spero

ld

Anonimo ha detto...

episodio memorabile su Desmond? Faceva pena!!!

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