mercoledì 4 aprile 2007

NEWS - La crociata di Hollywood contro i video dei telefilm su YouTube. La NBC e la News Group firmano accordo per un sito che fornisca serie tv scaricabili a pagamento
Gli analisti specializzati dicono che è scoccata l’ora della rivincita di Hollywood, inteso come conglomerato dei media e dei contenuti più tradizionali e antichi (dai film alle fiction), contro Silicon Valley, intesa ovviamente a sua volta come Internet e tutte le nuove tecnologie. E la vendetta è partita non a caso nel momento in cui l’hitech invade il terreno proprio dei media, e cioè tutto l’insieme dei video, delle serie televisive, degli spot pubblicitari, dei film, di tutto quello insomma che un tempo si poteva vedere solo in televisione o al cinema e che invece ora arriva via Internet, con tutto il suo carico (che è quello che conta) di pubblicità e di business collaterali. Il casus belli si chiama YouTube, il superfortunato sito di video lanciato nel febbraio 2005 dai due giovanotti Chad Hurley e Steve Chan di Manlo Park, California, e diventato rapidamente un fenomeno di portata mondiale. Secondo cifre fornite dalla stessa azienda ma abbastanza verosimili, 65mila nuovi filmati si aggiungono ogni giorno alla library di YouTube, 100 milioni di video vengono guardati sempre ogni giorno sul sito, 153 milioni di dollari sono stati l’anno scorso i ricavi dai minispot inseriti prima dei video. Il tutto è stato comprato nel novembre 2006 per 1,65 miliardi di dollari da Sergey Brin e Larry Page, gli altri due ragazzi californiani che hanno creato qualche anno fa Google. Bene, contro questo colosso è partita la controffensiva delle major. Che prende la forma di un’alleanza con due promotori, la televisione Nbc e la News Corp, e una serie di partner tecnologici di prestigio a partire da Yahoo e Microsoft. Tutti insieme hanno annunciato che entro l’estate lanceranno in America (e poi nel resto del mondo) un sito rivale di YouTube, il cui plusvalore sarà costituito dalla possibilità di comprare e scaricare film, puntate televisive, video di ogni tipo, provenienti appunto dai copiosissimi repertori delle due corazzate di Hollywood. E di poterlo fare regolarmente, cioè pagando com’è logico un minimo ammontare ma ricevendone in cambio qualità e sicurezza. Insomma, nello spirito dell’iniziativa si vuole passare dalla dimensione un po’ artigianale di YouTube (dove la maggior parte dei video sono amatoriali ma sempre più spesso vi vengono riversati brani presi dalla tv o dal cinema con tutte le conseguenze in termini di copyright) ad una situazione solida, organizzata, alla luce del sole quanto a diritti e riproducibilità. Insomma, si ripete la storia di Napster, il sito che inventò il download dei dischi aprendo la strada all’infinita serie di siti più o meno pirata fino a quelli attuali che offrono musica a pagamento. La Nbc (che fa parte del gruppo General Electric) è la più potente rete televisiva americana per la produzione di fiction, soap opera e simili. Molte produzioni si vedono anche da noi, a partire dalla hospital comedy per eccellenza "ER" per proseguire con "Law and Order", "Heroes", "The Black Donnellys", "The Apprentice", e una valanga di altre serie. Tutte saranno disponibili sul web. Delle altre due storiche emittenti, la Abc ha la supremazia per i talkshow e i programmi familiari e la Cbs, fin dai tempi di Walter Cronkite in Vietnam ("l’uomo più creduto d’America"), per l’informazione. Gli studios della Nbc a Los Angeles non hanno niente da invidiare, quanto a impegno delle produzioni e andirivieni di superstar, a quelli della Columbia o della Paramount che sono lì vicini. Quanto alla News Corp, è la holding di Rupert Murdoch e questo è tutto un programma. La Fox, di proprietà del gruppo, è una miniera di successi come i "Simpson", "Dr.House", "Happy Days", "Wedding Bells" e mille altri. C’è poi la major cinematografica 20th Century Fox (ultimi titoli Borat, Diario di uno scandalo, L’ultimo re di Scozia), c’è l’immensa library delle televisioni Sky di tutto il mondo, e c’è molto altro ancora come il portale di relazioni sociali MySpace che Murdoch ha comprato un anno fa trasformandolo nell’ennesima macchina da soldi. Come si vede l’attacco frontale a YouTube sfodera una potenza di fuoco senza precedenti. Il primo passo è il lancio, in questi giorni, di un nuovo software video player studiato da Microsoft (come si diceva il gruppo di Bill Gates è fra i partner tecnologici dell’iniziativa). Grazie ad esso, dai siti della Nbc, di Murdoch (soprattutto il già citato MySpace che così vede moltiplicato il suo potenziale di veicolo pubblicitario) nonché dai portali Yahoo e MsnMicrosoft (che aprirà per l’occasione un nuovo canale di intrattenimento), si potrà scaricare da subito una selezione dei programmi di tutte le fonti citate in un incrocio di contenuti mai visto finora. La possibilità sarà generalizzata alle intere produzioni quando nascerà il nuovo portale apposito, che oltretutto si proporrà con tutta la sua forza su un mercato, quello della pubblicità online, che varrà nei soli Stati Uniti tre miliardi di dollari, secondo la società di ricerca e Marketer, rispetto ai 775 milioni del 2007. Non a caso hanno già dato il loro appoggio al portale sponsor del calibro di Cisco, Intel, General Motors. Per i prezzi, saranno simili a quelli praticati da siti che già vendono film tipo iTunes, cioè una decina di dollari a pellicola. Nel frattempo, prosegue la campagnaadesioni: i responsabili di Nbc e News Corp assicurano che quanto prima coinvolgeranno l’altro gigante AolTimeWarner. Più complesso appare l’ingresso nel plotone di ViacomCbs, proprio il gruppo che ha preso più di punta YouTube contro il quale ha presentato una maxicausa di risarcimento. Per tutti i partner presenti e futuri vale un imperativo d’obbligo, fissato a chiare lettere dai fondatori: devono impegnarsi ad installare i software di ferro antipirateria che verranno predisposti per l’occasione.Occorre aggiungere che Hollywood non è del tutto nuova a operazioni del genere. Si ricorda in particolare un paio d’anni fa un sito chiamato Movielink, che era una jointventure di un agguerrito plotone di major e perseguiva fini più o meno analoghi, ma non ebbe gran fortuna perché gli utenti preferirono continuare a scaricare i film gratis da dove potevano. Ma rispetto ad allora molto è cambiato nelle tecniche di protezione antipirateria e anche nel livello di tolleranza delle autorità che è prossimo allo zero, almeno in America.
(Articolo di Eugenio Occorsio per “Affari & Finanza”, inserto de “la Repubblica”)

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' la fine dell'autarchia!

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