mercoledì 11 gennaio 2012

L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sui telefilm dai giornali italiani e stranieri

CORRIERE DELLA SERA
"American Horror Story", l'eccesso prende forma
"Bastano i fotogrammi della sigla, con i barattoli di formaldeide e la sfilata di inquietanti ritratti, a farci capire che «American Horror Story» non è una serie qualunque (Fox, martedì 22.45). Che l'estetica e lo stile dei suoi due creatori, Ryan Murphy e Brad Falchuk, fossero striati da una venatura di eccesso si era capito, in modi diversi, dai loro precedenti lavori, dai corpi plastici di «Nip/Tuck» come dalle performance di «Glee». Con «American Horror» l'eccesso prende la forma «di genere» della paura e del brivido sinistro. La famiglia Harmon si trasferisce da Boston a L.A. in cerca di un nuovo inizio: lo psichiatra Ben e la moglie Vivian (con lo stigma della vittima predestinata) si lasciano alle spalle una storia fatta di tradimenti, liti, gravidanze finite male e inevitabile contorno di adolescenza problematica per la figlia Violet. Ma la nuova vita non pare cominciare sotto i migliori auspici: la prestigiosa casa che hanno acquistato è stata in passato teatro di cruenti fatti di sangue, e sembra che tutti i suoi fantasmi non abbiano mai cessato di abitarla. Certo, il fatto che Ben la usi anche come studio professionale non aiuta a renderla più rassicurante, frequentata com'è dai più disturbanti tra i suoi casi clinici. Nella serie il brivido nasce dalle relazioni tra i membri della famiglia americana, dove per tutti le paure peggiori sono quelle dell'inconscio e le urla risuonano dall'interno: «Ma sono tutti pazzi qui?» dice lo psicanalista Ben a un certo punto. E poi il catalogo dell'orrore si anima con alcuni personaggi di contorno e un cast di attori superlativi. La governante Moira, che ad alcuni appare come un'attempata signora, ad altri una ventenne al culmine della sensualità. Il giovane Tate, che cova incubi alla «Bowling for Columbine». Su tutti giganteggia Connie, una Jessica Lange che ha tutto il fascino delle dive degli anni Cinquanta e la sottile crudeltà di chi con la casa dei misteri ha ancora molti conti in sospeso. (Aldo Grasso, 16.11.2011)

2 commenti:

jo ha detto...

Grande serie. Ieri grandissima puntata!

betta ha detto...

ottima analisi

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