mercoledì 1 settembre 2010

L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sui telefilm dai giornali italiani e stranieri

Emmy, distanti anni luce dalla nostra tv
"Basta seguire gli Emmy Awards (in diretta su SkyUno) per provare una rabbia infinita; meglio, un misto d' invidia e d' impotenza. Per non essere lì, a Los Angeles, per non occuparsi quotidianamente di quella televisione. Intanto, già la cerimonia di premiazione è uno spettacolo che noi ci sogniamo, cui partecipano tutti i protagonisti della stagione televisiva con invenzioni, trovate (strepitosa una canzone di Bruce Springsteen interpretata secondo lo stile di «Glee»), spreco di umorismo e professionalità. Al confronto i nostri «Telegatti» o i Premi tv (ex Oscar tv) paiono feste dopolavoristiche, l' esatta espressione della nostra tv. Hanno vinto programmi come «The Pacific», la rivelazione televisiva dell' anno firmata Spielberg e Hanks, «Mad Men» (l' epopea dei pubblicitari di Madison Avenue della cui esistenza si sono accorti persino i «Cahiers du Cinéma») impostosi su contendenti del calibro di «Dexter», «Breaking Bad» o «Lost», «Modern Family» (una sitcom che esplora tre nuclei familiari con leggerezza, in una quotidianità anche ordinaria, il tutto filtrato da uno sguardo insieme tenero e distaccato, impietoso ma ottimista, come nei «Simpson»), «Temple Grandin», «Glee», «24», «CSI», l' inossidabile «Saturday Night Live». Insomma ha vinto la buona tv, quella che da noi viene ancora giudicata «di nicchia», una gentile profilassi per dire che non è di grana grossa, «verace». Gli Emmy Awards di quest' anno sanciscono l' esistenza di una tv viva, ben fatta, intelligente, quando da noi parole come preparazione, qualità, scrittura suonano ancora straniere e dove il peggio ha sempre il sopravvento sul meglio. Negli Usa c' è Tina Fey, noi dobbiamo accontentarci di Serena Dandini o di Antonella Clerici. Recenti cronache si sono tristemente soffermate sulla distribuzione degli appalti in Rai. Con questi sistemi familistici com' è possibile sperare di fare un salto di qualità? Tuttavia, per camuffare il risentimento che innerva le nostre coscienze, come la volpe della celebre favola di Fedro che non riesce a mangiare l' uva, ci convinciamo che non vale la pena di fare buona tv.
(Aldo Grasso, 30.08.2010)

2 commenti:

jako ha detto...

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JO ha detto...

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