Che autunno sarà? Che stagione ci aspetta? Senza scomodare Mario "biro biro" Giuliacci e i meteorologi del caso, s'intende televisivamente parlando. La premessa di "The Big Donorshow", un minaccioso format olandese che metteva un rene in palio (il primo reneality della storia), non prometteva niente di buono e neanche la successiva precisazione che si trattasse di una provocazione per far scaturire "una reazione etica" sulle donazioni ha rassicurato pienamente. Tanto più che la società di produzione al centro del format-bluff era la Endemol, che controlla ormai trasversalmente i palinsesti non solo italiani come un vero e orwelliano "Grande Fratello". Tra poche novità Rai e il focus sulla grande tradizione di tv generalista da parte di Mediaset, i telefilm potrebbero (dovrebbero) emergere ancor di più, magari superando il recordissimo di questa stagione del 20% sull'intera programmazione. Senza contare Sky, che ormai fa delle serie tv il vero traino degli abbonamenti, con il cinema che ha perso splendore e in attesa degli Europei 2008. Ma quello che più appassiona gli addetti ai livori è la sfida all'OC Corral sulla promozione. Diventa sempre più strategicamente decisivo il primato per accaparrarsi le serie più cult e stracult e lanciarle sui media, facendole diventare fenomeni di costume e capisaldi dei palinsesti. Gioielli da esibire in vetrina. Ma anche in prima pagina o in copertina: la corsa è anche quella per "griffare" sulla stampa il successo seriale del momento, accreditarselo in esclusiva, lanciarlo come fiore all'occhiello dei palinsesti, possibilmente come "Ce l'ho solo io (la serie) e me la tiro (a sei colonne)". Il massimo, dove si conquista 100 punti, è far comparire nell'articolo o nella didascalia il riferimento solo del proprio network, senza quello concorrente dove il telefilm passa in prima o seconda battuta. E' la stampa, bellezza a puntate. Se Sky ha bruciato sul tempo Raidue con le "Desperate Housewives", Italia 1 ha bagnato il naso al satellite la scorsa stagione con "Dr.House". Da 1X2 appare al momento il braccio di ferro su "Grey's Anatomy", in attesa di capire quale network trasmetta in anteprima assolutissima lo spin-off "Private practice", con la transfuga Kate Walsh. Ma in questo clima da "guerra e pace" si segnala che le serie ispirate ai film "Quo vadis baby?" di Gabriele Salvatores e a "Romanzo criminale" di Michele Placido andranno in onda prima su Sky e poi su Italia 1. E' il risultato di due accordi di coproduzione che Mediaset ha concluso con la piattaforma satellitare, da un lato con Colorado Film e dall'altro con Cattleya, per realizzare serie tv mirate al pubblico piu' giovane, target tradizionale ed elettivo di Italia 1. Una collaborazione, quella tra la rete House dei telefilm e il satellite che potrebbe aprire nuovi scenari, inedite alleanze, sinergie inimmaginabili, per stare al passo con la serialità americana e aprirsi verso nuovi mercati.
(Articolo di Leo Damerini pubblicato sul "Telefilm Magazine" di Settembre)
3 commenti:
ottimo articolo
W Private Practice!
ottimo articolo
W Private Practice!
Il cinema ormai è morto e sepolto il futuro sono le serie tv.
Non mi aspetto molto dalla serialità italiana però.
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