L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
Con "Westworld" la tecnologia si ribella all'uomo creatore
"Per onestà dichiaro che la fantascienza non è un santo del mio paradiso
televisivo e cinematografico e che non ho visto Westworld (Il mondo dei
robot), il film del 1972 scritto e diretto da Michael Crichton da cui è
tratta la serie omonima HBO. Per questo, forse, ho faticato a entrare
dentro i meccanismi narrativi del primo episodio firmato da Jonathan
Nolan e prodotto da J.J. Abrams (Sky Atlantic, lunedì, 21.15). Descritta
come «un'oscura odissea sull'alba della coscienza artificiale e sul
futuro del peccato» (che il peccato abbia un futuro è abbastanza
scontato), Westworld racconta di un parco a tema abitato da robot: in
alto ci sono ricchi clienti desiderosi di giocare con il futuro (un
futuro che indossa abiti del passato), in basso invece agiscono robot
progettati per interpretare una parte in una sorta di film western
ambientato nella Monument Valley, lo scenario ideale dei film di John
Ford. L'aspetto più interessante della serie è la sua struttura
circolare, dove gli eventi si ripetono cambiando ogni volta trama quasi a
sottolineare la ribellione della tecnologia nei confronti dell'uomo
creatore. Nelle intenzioni dei burattinai (tra cui un bravissimo Anthony
Hopkins), i burattini del western (ricordiamo i due protagonisti: Evan
Rachel Wood e James Marsden) sono creature sottratte al gioco
dell'evoluzionismo. Solo alcuni bug impediscono loro la perfezione. II
tema «filosofico» di fondo risiede proprio nel contrasto tra i gestori
di questo strano parco divertimenti: da una parte, quelli che pensano
solo al successo economico, a incrementare il «gioco», dall'altra quelli
che sono stati presi dal desiderio folle della perfezione e sognano una
nuova razza «umana» slegata dai meccanismi degli stadi evolutivi, della
selezione naturale (una specie di creazionismo scientifico, di disegno
intelligente). Ancora una volta, dietro un impianto razionalistico si
cela un'inquietudine di natura religiosa". (Aldo Grasso, 05.10.2016)
LA REPUBBLICA
"Westworld", il fascino del non capirci nulla
"Stanchi del GFVip? La soluzione è Westworld, la cosa più ardita in tv,
la nuova serie Hbo che Sky Atlantic manda in contemporanea con gli Usa (
il lunedì sera gli episodi con sottotitoli, una settimana dopo quelli
doppiati). Siamo all'incrocio tra Blade Runner, Truman Show e Jurassic
Park — sono tempi di nuove serie che citano a mani basse il passato.
Gruppo di autori efferati e tecnici di prim'ordine (il capo è Anthony
Hopkins) allestiscono un parco a tema ambientato nel West. Ci vanno
tipi molto solventi a cercare avventure: nel parco i cowboy e gli altri
sono robot, continuamente riprogrammati per le esigenze. Succede di
tutto, non si capisce nulla — o quasi. Ma è di fascino assurdo, con nomi
come JJ Abrams e Jonathan Nolan in costruzione e, va da sé, Michael
Crichton autore in origine. O è una cosa di assoluto futuro e niente
sarà più come prima, oppure andrà in un altro modo, ma sarà stato
eccitante lo stesso". (Antonio Dipollina, 05.10.2016)
mercoledì 5 ottobre 2016
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