L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
LA STAMPA
Arriva da oggi "Luke Cage", super-eroe super-iore di "Daredevil" e "Jessica Jones"
Dopo
Daredevil, il vendicatore cieco di Hell's Kitchen, vigilante di notte e
avvocato di giorno, e Jessica Jones, investigatrice a tempo perso,
ex-eroina ora ritiratasi a vita privata, tocca a Luke Cage: eroe sì, ma
per caso. La sua storia inizia in galera (lo scopriremo dopo le prime
puntate, in flashback studiati e precisi) e finisce ad Harlem. Tra i due
estremi, una serie infinita di sparatorie, inseguimenti, tensione e
scazzottate. Action come si deve. E anche qualche effetto speciale che,
rispetto a Daredevil e a Jessica Jones, funziona molto meglio. La nuova
serie tv di Netflix, in arrivo oggi, è una delle più politiche: i
protagonisti sono tutti neri; Luke Cage incarna la riscossa, l'onestà e
la voglia di fare di una comunità intera. Picchia, ma solo perché
costretto. Non vuole visibilità, ma alla fine cede: è la chiamata
dell'eroe. Luke Cage, il primo supereroe nero della Marvel. Una
rivoluzione. E uno (di quattro) dei Difensori. Protagonista assoluto è
Mike Colter: nero, enorme, muscoloso. Ha esordito sul piccolo schermo
nel 2002, nel primo episodio di E.R. Alle musiche ci sono AG Shaheed
Muhammad e Adrian Younge: è importante ricordarli perché Luke Cage non è
solo una serie recitata, ma anche - e in un certo senso soprattutto -
musicata. Ogni episodio (e in totale sono tredici, ciascuno lungo circa cinquanta minuti) è intriso di
note: pop, rap, classica, leggera, rock. Le scene hanno il loro ritmo; e
dopo i momenti - che pure ci sono - di sospensione, si riprende a tutta
velocità. Inspira ed espira. Stringi i denti. Picchia duro. Luke Cage è
l'ennesima serie sui supereroi, che usa i superpoteri come pretesto;
quelle che racconta, alla fine, sono persone qualunque: con problemi
qualunque. Proprio come prescrive Stan Lee, padre-
padrone della Casa delle Idee. C'è Harlem, più che New York. I
grattacieli lasciano il posto alle case popolari. Mattoni rossi e strade
asfaltate. I proiettili rimbalzano. Luke Cage è invulnerabile. Ma sotto
una pelle così dura, si cela un'anima spezzata: è il destino dell'eroe.
E dietro la serie, c'è l'uomo: in questo caso Cho Hodari Coker, che ha
abbracciato totalmente il progetto e che l'ha riadattato - perfettamente
- ai tempi e al piccolo schermo. Il risultato (male è una serie
accattivante e appassionante, con una storia intensa, di un uomo contro
tutti, e di un quartiere e di una comunità intera. L'attualità c'entra e
non c'entra. C'è qualche richiamo, certo. Ma l'ossatura è finzione -
pura, bellissima e fumettosa. Tredici episodi, solo tredici: è la nuova
hit di Netflix; preparatevi al binge watching". (Gianmaria Tammaro)
venerdì 30 settembre 2016
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1 commento:
buona serie, girata molto bene, superiore alle ultime supereroiche, ma non capolavoro assoluto...secondo me
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