mercoledì 27 luglio 2016

NEWS - "Con Vivendi accordo per Premium è vincolante. Se i francesi volevano negoziare non scrivevano una lettera": parla Marco Giordani, direttore finanziario Mediaset sulla retromarcia di Vivendi su acquisizione Premium

Intervista a Marco Giordani, direttore finanziario Mediaset, pubblicata da "MF"
"Un fulmine a ciel sereno». Con queste parole Marco Giordani, direttore finanziario di Mediaset, ha commentato in un'intervista a Class Tv la decisione di Vivendi di non rispettare il contratto vincolante siglato con Mediaset su Premium. Ma promette che il business plan della pay tv non cambierà. 
Domanda. Qual è la vostra posizione di fronte alla lettera di Vivendi del 21 giugno e a quella di due giorni fa in cui si comunica questa scelta? 
Risposta. L'accordo dell'8 aprile tra Mediaset e Vivendi è vincolante ed è stato preceduto da lunghi mesi di trattative durante i quali la società francese ha potuto aver accesso ai numeri chiave di Premium e chiarire ogni dubbio. Ma soprattutto è un accordo che non prevede modifiche. 
D. de Puyfontaine e Vivendi hanno detto in due comunicati che dall'analisi dei risultati di Premium sono emerse differenze significative rispetto alle verifiche effettuate, motivo per cui il gruppo ha inviato una proposta per trovare un nuovo accordo e proseguire le trattative. 
R. Vivendi i numeri di Premium li ha visti prima di firmare l'accordo dell'8 di aprile. Se poi tra quella data e il 21 giugno le loro valutazioni sono cambiate, visto che i numeri non sono mutati, se non marginalmente, questo non dipende da noi, anche perché non abbiamo mai ricevuto un claim formale da parte del gruppo francese che faccia riferimento al contratto firmato. Hanno semplicemente cambiato idea. Se veramente Vivendi fosse stata così scontenta dei numeri di Premium non le avrebbe attribuito un valore addirittura più alto in sede di trattativa. Il problema, quindi, non sono i numeri. 
D. Fininvest parla di scorrettezza di eccezionale gravità da parte dei francesi e li accusa di voler scalare Mediaset in modo surrettizio. II piano di Vivendi poteva essere questo sin dall'inizio?  
R. Nell'accordo dell'8 aprile non si parlava solo di Premium, ma di molti altri progetti, come i contenuti a livello europeo o la creazione di una piattaforma over the top sempre a livello europeo. In questi quattro mesi non c'è mai stato da parte di Vivendi alcun tipo di offerta o proposta, mentre noi di Mediaset stiamo finalizzando il progetto da sottoporre a loro in questi due anni. Proprio per questo la lettera ci ha colti di sorpresa, anche perché comunque ci saremmo aspettati un approccio diverso. Dal 1 di luglio ci sono delle norme molto stringenti sul market abuse ed è evidente che una lettera come quella di due giorni fa non poteva non essere comunicata al mercato. Se volevano negoziare non scrivevano una lettera
D. Ci sono stati contatti tra Mediaset e Vivendi tra 1'8 aprile, il 21 giugno e il 25 luglio?
R. Certo. Vivendi aveva preso anche delle decisioni su Premium non previste nei nostri piani, che ci hanno portati a rinnovare alcuni contratti con dei canali distribuiti da Premium. Da giugno, però, i rappresentanti di Vivendi hanno incominciato a essere sempre meno attivi e, in termini contrattuali, a non adempiere ai loro obblighi. 
D. Ad esempio? 
R. Non hanno rispettato i tempi per comunicare il passaggio di controllo all'autorità europea. Avevano l'obbligo di incontrare la Uefa per comunicare il change of control e si sono rifiutati di farlo per ben due volte, creandoci degli imbarazzi. Premium va gestita giorno per giorno, ma Vivendi ci ha fatto rimanere in stallo per lungo tempo. Queste mancanze contrattuali sono state comunicate al gruppo francese venerdì scorso e la risposta è stata la lettera di due giorni fa. A partire dal cda di domani ci difenderemo e torneremo a occuparci di Premium come facevamo prima, realizzando un business plan che è tuttora in piedi. 
D. Il contratto dell'8 aprile prevede penali per chi decide di uscire?  
R. No, perché non si prevedeva di uscire. C'era la volontà assoluta di chiudere da parte di entrambi. D. È possibile trovare un accordo?  
R. Anzitutto dovremo portare in cda la lettera di Vivendi che cambia radicalmente le carte in tavola. Sarà poi il consiglio a prendere le decisioni più opportune a tutela della società. Margini ci sono, ma Vivendi deve proporci un accordo equivalente a quello siglato ad aprile. 
D. Di certo si rischia una fase di stallo e di battaglia legale a scapito del business industriale di Premium. 
R. Il contratto ci imponeva una gestione molto più amministrativa, che ha comportato dei rallentamenti. Ma la politica commerciale di Premium è già nei negozi, con la Champions League che parte tra un mese e una composizione di squadre italiane che ci soddisfa.

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