NEWS - "Con Vivendi accordo per Premium è vincolante. Se i francesi volevano negoziare non scrivevano una lettera": parla Marco Giordani, direttore finanziario Mediaset sulla retromarcia di Vivendi su acquisizione Premium
Intervista a Marco Giordani, direttore finanziario Mediaset, pubblicata da "MF"
"Un fulmine a ciel sereno». Con queste parole Marco Giordani,
direttore finanziario di Mediaset, ha commentato in un'intervista a
Class Tv la decisione di Vivendi di non rispettare il contratto
vincolante siglato con Mediaset su Premium. Ma promette che il business
plan della pay tv non cambierà.
Domanda. Qual è la vostra posizione di fronte alla lettera di Vivendi
del 21 giugno e a quella di due giorni fa in cui si comunica questa
scelta?
Risposta. L'accordo dell'8 aprile tra Mediaset e Vivendi è
vincolante ed è stato preceduto da lunghi mesi di trattative durante i
quali la società francese ha potuto aver accesso ai numeri chiave di
Premium e chiarire ogni dubbio. Ma soprattutto è un accordo che non
prevede modifiche.
D. de Puyfontaine e Vivendi hanno detto in due comunicati che
dall'analisi dei risultati di Premium sono emerse differenze
significative rispetto alle verifiche effettuate, motivo per cui il
gruppo ha inviato una proposta per trovare un nuovo accordo e proseguire
le trattative.
R. Vivendi i numeri di Premium li ha visti prima di
firmare l'accordo dell'8 di aprile. Se poi tra quella data e il 21
giugno le loro valutazioni sono cambiate, visto che i numeri non sono
mutati, se non marginalmente, questo non dipende da noi, anche perché
non abbiamo mai ricevuto un claim formale da parte del gruppo francese
che faccia riferimento al contratto firmato. Hanno semplicemente
cambiato idea. Se veramente Vivendi fosse stata così scontenta dei
numeri di Premium non le avrebbe attribuito un valore
addirittura più alto in sede di trattativa. Il problema, quindi,
non sono i numeri.
D. Fininvest parla di scorrettezza di eccezionale gravità da parte dei
francesi e li accusa
di voler scalare Mediaset in modo surrettizio. II piano di Vivendi
poteva essere questo sin dall'inizio?
R. Nell'accordo dell'8 aprile non
si parlava solo di Premium, ma di molti altri progetti, come i contenuti
a livello europeo o la creazione di una piattaforma over the top sempre
a livello europeo. In questi quattro mesi non c'è mai stato da parte di
Vivendi alcun tipo di offerta o proposta, mentre noi di Mediaset stiamo
finalizzando il progetto da sottoporre a loro in questi due anni.
Proprio per questo la lettera ci ha colti di sorpresa, anche perché
comunque ci saremmo aspettati un approccio diverso. Dal 1 di luglio ci
sono delle norme molto stringenti sul market abuse ed è evidente che una
lettera come quella di due giorni fa non poteva non essere comunicata
al mercato. Se volevano negoziare non scrivevano una lettera.
D. Ci sono stati contatti tra Mediaset e Vivendi tra 1'8 aprile, il 21
giugno e il 25 luglio?
R. Certo. Vivendi aveva preso anche delle
decisioni su Premium non previste nei nostri piani, che ci hanno portati
a rinnovare alcuni contratti con dei canali distribuiti da Premium. Da
giugno, però, i rappresentanti di Vivendi hanno incominciato a essere
sempre meno attivi e, in termini contrattuali, a non adempiere ai loro
obblighi.
D. Ad esempio?
R. Non hanno rispettato i tempi per comunicare il
passaggio di controllo all'autorità europea.
Avevano l'obbligo di incontrare la Uefa per comunicare il change of
control e si sono rifiutati di farlo per ben due volte, creandoci degli
imbarazzi. Premium va gestita giorno per giorno, ma Vivendi ci ha fatto
rimanere in stallo per lungo tempo. Queste mancanze contrattuali sono
state comunicate al gruppo francese venerdì scorso e la risposta è stata
la lettera di due giorni fa. A partire dal cda di domani ci difenderemo
e torneremo a occuparci di Premium come facevamo prima, realizzando un
business plan che è tuttora in piedi.
D. Il contratto dell'8 aprile prevede penali per chi decide di uscire?
R.
No, perché non si prevedeva di uscire. C'era la volontà assoluta di
chiudere da parte di entrambi.
D. È possibile trovare un accordo?
R. Anzitutto dovremo portare in cda
la lettera di Vivendi che cambia radicalmente le carte in tavola. Sarà
poi il consiglio a prendere le decisioni più opportune a tutela della
società. Margini ci sono, ma Vivendi deve proporci un accordo
equivalente a quello siglato ad aprile.
D. Di certo si rischia una fase di stallo e di battaglia legale a
scapito del business industriale di Premium.
R. Il contratto ci imponeva
una gestione molto più amministrativa, che ha comportato dei
rallentamenti. Ma la politica commerciale di Premium è già nei negozi,
con la Champions League che parte tra un mese e una composizione di
squadre italiane che ci soddisfa.
mercoledì 27 luglio 2016
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