NEWS - Netflix, non è tutto oro quel che luccica in Italia. Bene le serie tv in aumento, male i film e la catalogazione tramite algoritmo che ti illude sul totale dei contenuti. Svanita possibilità di poter vedere la programmazione mondiale in contemporanea (SmartFlix)
Articolo tratto da "Corriere Economia"
Lo
sbarco italiano di Netflix, avvenuto lo scorso 22 ottobre, ha suscitato
reazioni discordanti. Se l'interesse del colosso americano nei
confronti dell'Italia ha stimolato il senso di appartenenza alla Rete di
una nuova utenza televisiva, più giovane e attenta, telespettatori più
tradizionali hanno lamentato un palinsesto quantitativamente limitato e
semi-sconosciuto. A tre mesi dal suo arrivo, diradatosi il polverone
mediatico, è davvero giunto il momento di affiancare (o sostituire)
Netflix ai consueti fornitori di contenuti televisivi?
È la domanda a cui Corriere Economia si propone di rispondere attraverso
un'analisi concreta del servizio. Quali sono i punti di forza che hanno
convinto oltre 75 milioni di persone ad abbonarsi a Netflix (più che
raddoppiate da gennaio 2013) in 190 Paesi nel mondo (erano 50 sino allo
scorso anno e la Cina è ancora la grande esclusa) con una media di 120
milioni di ore di programmi visti ogni giorno? E quali sono invece i
punti deboli?
II lato positivo: le serie televisive originali e i documentari (Going
Clear;Anonymous) sono i primi punti di forza del canale. Non solo da tre
mesi il numero dei telefilm è in costante aumento, ma la qualità delle
produzioni esclusive dei creatori del celebre House of Cards (che in
Italia è però trasmesso da Sky) è altissima per critica e giudizi.
Benché non pubblicizzate come dalla concorrenza, serie come Sense8 dei
fratelli Wachowski (già autori di Matrix), DareDevil, Jessica Jones e
Orange is the New Black sono gemme da vedere. Inoltre, in Italia
per il 2016 sono state annunciate 11 nuove serie esclusive: tra queste
Flaked, The Ranch e Marseille con
Gerard Depardieu. Eccellenti sono anche le produzioni della Bbc, cedute
in gran parte a Netflix, tra cui l'intera epopea di Doctor Who e
l'imperdibile Sherlock con Benedict Cumberbatch e Martin Freeman. Nuova e
piacevole è anche la fruizione delle serie tv, pubblicate ora in
stagioni complete e mai in singole puntate settimanali. Di Netflix,
oltre all'accessibile costo degli abbonamenti (da 7,99 euro al mese sino
a 11,99 con la qualità Ultra HD di alcune produzioni), ci piace poi la
possibilità di poter disdire il servizio in qualunque momento via web,
senza tranelli. La qualità dello streaming video è alta, i tempi di
attesa mini-mied è davvero comoda la possibilità di poter riprendere la
visione dal punto in cui si è interrotta, indipendentemente dalla
periferica di accesso. Infine, è da premiare la scelta di fruibilità
trasversale voluta da Netflix che permette di aecedere da qualunque
piattaforma elettronica disponibile: smartphone, tablet, computer,
mediabox, smartTV, Apple TV e console di videogiochi.
II Iato negativo. Ed ecco invece che cosa non ci piace di Netflix. Sapere
che «i contenuti del palinsesto italiano sono destinati a duplicare
ogni anno, esponenzialmente» — come ci ha dichiarato il vicepresidente
Joris Evers — ci aiuta a comprendere le potenzialità del servizio, ma il
fatto che Netflix non voglia dichiarare il numero dei contenuti offerti
tende a confondere. E impossibile sapere quante siano le ore di
programmazione incluse nell'abbonamento se non ricorrendo alla
consultazione di un sito esterno (uNoGS.com) non riconosciuto da
Netflix. La trappola è nel celebre, ma nefasto algoritmo di ricerca
usato dall'interfaccia utente di Netflix. È sviluppato per dare
l'illusione di offrire molti più contenuti di quanti siano in realtà,
inserendo lo stesso programma in categorie differenti. Se, ad esempio in
un film di fantascienza (quindi catalogato come tale) due protagonisti
avranno una relazione, questo sarà riportato anche nell'elenco dei film
romantici, oltre che tra le pellicole di azione, di avventura e nella
lista dei programmi più indicati in base al nostro gusto. È questo uno
dei motivi per cui includiamo la programmazione cinematografica tra gli
aspetti meno apprezzabili di Netflix: i film sono pochi, perlopiù
datati, poco conosciuti e neppure organizzati in retrospettive o saghe
che ne possano aumentare l'appetibilità.
II futuro. È svanita l'illusione di SmartFlix, l'applicazione che
permetteva di usufruire di tutta la programmazione mondiale di Netflix,
attingendo all'immenso serbatoio dei programmi in lingua originale senza
limitazione territoriale. II colosso la sta fermando per le proteste
dei detentori dei diritti locali. Ora la speranza di un prossimo (e
legale) ampliamento dell'accesso ai contenuti viene dall'Unione Europea.
Lo scorso 9 dicembre è stata infatti presentata dalla Commissione per
il mercato unico digitale della Ue una proposta per consentire la
fruizione di uguali contenuti televisivi digitali in tutti i Paesi
membri. Si prevede che diventi realtà entro la fine del 2017.
lunedì 1 febbraio 2016
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2 commenti:
più pro che contro, secondo me, soprattutto a 7.99 euro!
per me anche se paghi poco vale poco la pena: per ora son tutti titoli che puoi downlodare (gratis) e te li vedi prima. Finchè la fonte non rilascerà le cose in contemporanea, sarà dura che prenda. Il fatto che se ne parli molto meno rispetto all'inizio secondo me indica che molti che hanno usufruito del mese gratis hanno poi mollatto, aldilà che faccia "figo" parlarne o essere follower su twitter. Insomma, secondo me il fenomeno Netflix si sta sgonfiando e finchè non rilascerà i titoli in contemporanea in tutto il mondo non riuscirà a sfonadre o a essere rivoluzionaria come si proponeva.
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