NEWS - Fermi tutti! Il 60% degli italiani vede la tv on demand in streaming (non ditelo al medievale Auditel!). Boom tra i giovani: 8 su 10 su smartphone!
Articolo di Andrea Biondi per "Il Sole 24 ore"
Chi
si azzarderebbe oggi a pensare a una Tv tradizionale imperitura nei
secoli? Forse nessuno. E sicuramente a ragione, a guardare i dati che
provengono da diverse ricerche in cui un com un e den om in ato re è f a
ci lmente individuabile: il consumo on demand sta prepotentemente
bussando alla porta della cara, vecchia Tv. Il roboante sbarco di
Netflix in Italia, lo scorso 22 ottobre, ha ulteriormente richiamato
l’attenzione su un fenomeno che qui da noi ha già un substrato
“industriale”. Nel nostro Paese sono infatti operativi e stanno
affilando le armi Skyonline, Infinity di Mediaset e Timvision che
operano nello Svod (on demand con sottoscrizione mensile), con Chili Tv,
iTunes e Wuaki.tv nel Tvod (si paga per ogni visione) con Google Play e
Amazon. Il mercato nel 2015 vale 53 milioni. Quali prospettive di
sviluppo? Secondo alcune stime che circolano fra gli operatori il valore
del mercato dovrebbe raddoppiare nel 2016 per salire oltre i 250
milioni nel 2018. Non si fa fatica a crederci, almeno a giudicare da
indagini come il Tv & Media Report 2015 di Ericsson. Lo studio del
ConsumerLab Ericsson è basato su interviste fatte a oltre 22.500 persone
nel mondo rappresentative di 680 milioni di consumatori. In Italia
l’indagine va a coprire uno spettro che abbraccia 25 milioni di
italiani, tutti con una connessione internet a banda larga (anche Adsl
per intendersi e non necessariamente fibra) e che guardano contenuti tv
una volta a settimana. Insomma, si tratta in verità solo di una parte
dell’Italia affezionata a contenuti televisivi e piccolo schermo. Ma
sicuramente quello preso in esame è il novero dei trendsetter cui
guardare con attenzione per le prospettive di sviluppo. E quindi si
vede che quasi il 60% degli intervistati, quindi più di un italiano su
due, dichiara di guardare video on demand in streaming almeno una volta
al giorno. Nel 2012 questa percentuale era del 45%. Gli italiani poi
spendono in media 6 ore la settimana a guardare contenuti on demand in
streaming, in particolare serie Tv (2,6 ore a settimana), show (1 ora a
settimana) e film (2,4 ore a settimana). Attenzione però a
generalizzare perché la Tv rimane pur sempre il “focolare domestico”
attorno al quale si trova il 75% degli intervistati di età compresa fra
i 60 e i 69 anni (percentuale che comunque scende al 65% sui
“millennials”: 16-34 anni). Un’importanza, questa della Tv, legata
senz’altro agli eventi live, fra cui quelli sportivi. Ma l’on demand
ormai è la modalità prevalente fra i giovani: sono 8 su 10 i teenager
che guardano questo tipo di contenuti ogni giorno. In questo quadro la
Tv si guarda sempre più su smartphone: 45% del tempo che arriva fino al
60% nel caso dei teenager. E soffermandosi sul numero degli
utilizzatori, oltre il 65% degli intervistati dichiara di guardare
contenuti Tv su smartphone (base settimanale), in crescita del 125%
rispetto al 2012. «C’è un emergere della società connessa che sta
trasformando tutte le industrie. E la convergenza fra
telecomunicazioni, It e media sta continuando a trasformare l’industria
delle Tv nel mondo e, come si vede dal nostro report, con grande
velocità anche in Italia», commenta Aurelio Severino, direttore TV e
Media di Ericsson in Italia. Il Report di Ericsson ha messo in luce
anche la crescita del numero di Tv connesse a Internet e l’intenzione
degli italiani di non fermarsi davanti a questa barriera tecnologica.
Cosa possibile anche con strumenti “esterni” come Google Chromecast o
Apple TV (quasi un italiano su cinque nei prossimi mesi ha intenzione di
acquistare un dispositivo così).
venerdì 6 novembre 2015
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