NEWS - Oh là là! Netflix delude in Francia. La campagna di lancio del servizio ha creato grosse
aspettative non supportate da una significativa library. Molte
sottoscrizioni gratuite, poche conferme a pagamento
Articolo di Emilio Pucci* su "Prima Comunicazione"
Il 15 settembre 2014 Netflix ha
lanciato il servizio in Francia con un'imponente campagna di
comunicazione e in diretta competizione con i servizi già esistenti, in
un mercato in cui il Video on Demand (VoD) era ampiamente diffuso già a
partire dal decennio scorso grazie ai numerosi abbonati alle offerte
Iptv, mai decollate in Italia. Le aspettative erano assai elevate ma in
realtà il leader mondiale delle offerte basate su un abbonamento fisso
mensile (Subscription Video on Demand, SVoD) non ha avuto grandi
risultati.
Con contenuti limitati e, come molti osservatori hanno notato, al di
sotto delle aspettative, l'offerta di Netflix non ha cambiato il mercato
francese e pare sia stata contrastata bene dalla capacità competitiva
degli altri player storici. Importante per il ridimensionamento
dell'impatto di Netflix sul mercato francese è stata la capacità dei
player televisivi di acquisire in anticipo i contenuti pregiati. Il caso
francese può essere utile a comprendere cosa potrà accadere in Italia
con il prossimo lancio di Netflix. Infatti, i due mercati sono, per
certi versi, simili e soprattutto hanno visto gli operatori nazionali
attrezzarsi preventivamente con presidi forti (Mediaset con Infinity e
Sky con Sky Online) e con strategie di acquisto di diritti pregiati. In
Gran Bretagna invece lo sbarco di Netflix aveva colto i broadcaster
impreparati. Qui Netflix ha costruito una library con una significativa
ampiezza di assortimento e ha conquistato la leadership di mercato.
L'operazione di contrasto di Sky (con il lancio del servizio on line Now
Tv) era partita in ritardo. Ma torniamo alla Francia. Quale è stato il
principale handicap del lancio di Netflix? Perché a dieci mesi dal
lancio il numero degli utenti paganti è largamente al di sotto delle aspettative? Semplice: Netflix è vittima delle stesse
aspettative che crea. Prima del suo arrivo molti francesi, non essendo a
conoscenza delle dinamiche di acquisto dei diritti e dei meccanismi di
formazione di una library SVoD, erano convinti che al prezzo di pochi
euro al mese avrebbero trovato un assortimento quasi illimitato di film e
serie. Si sono così precipitati a sottoscrivere il periodo di prova
gratuita del servizio per scoprire che l'offerta era limitata e comunque
ben più limitata di quella presente in servizi concorrenti ma dotati di
minor forza di brand. "Netflix a été victime d'un fantasme qui a duré
jusqu'à son lancement. Et puis on s'est aperçu que c'était banal"
("Netflix è stato vittima del suo stesso fantasma che ha avuto effetto fino al giorno del suo lancio. Poi tutti si sono accorti
che non era nulla di così speciale"), ha dichiarato a Le Figaro un
operatore SVoD francese. L'offerta di Netflix in Francia è dunque ancora
limitata con meno di 1.700 titoli in catalogo a febbraio 2015, mentre
alla stessa data il catalogo Usa ne offriva circa 8.500.
Secondo alcune fonti a marzo del 2015, cioè a sei mesi dal lancio,
Netflix avrebbe raggiunto in Francia i 500mila abbonati, tuttavia ancora
lontani da quelli di Canal-Play che a dicembre 2014 dichiarava 600mila
utenti paganti. Secondo altre fonti, alla partenza, in soli 15 giorni,
Netflix avrebbe segnato 100mila abbonati ma avrebbe poi raggiunto i
200mila a gennaio 2014 e cioè quattro mesi dopo. In Italia sta per
determinarsi una situazione molto simile. La stragrande maggioranza di
coloro che sanno dell'arrivo di Netflix sono convinti che stia per
arrivare una sorta di tivù via Internet che offre "tutto a pochi euro"
al mese. Una sorta di cornucopia video televisiva. Invece, per forza di
cose la library di Netflix sarà quella di un servizio SVoD che arriva
sul mercato dopo altri, e che dovrà lottare per la conquista dei diritti
migliori. Netflix farebbe forse meglio a cambiare strategia di
comunicazione per evitare un forte effetto di rimbalzo: grande corsa
alla prima sottoscrizione gratuita, delusione e poche conferme
dell'abbonamento. Questo è un rischio concreto.
(* direttore e-Media Institute)
lunedì 3 agosto 2015
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1 commento:
Sempre gnoccosa!!!
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