Stracult e Stracotti - …ovvero la serie che questa settimana va su e quella che
inevitabilmente va giù. Parola di Stargirl!
All Hail the
King recitano le immagini promozionali: tutti acclamano il re. Walter White
ritorna sulla Amc, per la quinta,
attesissima stagione di Breaking Bad, Stracult
indiscusso della settimana. Freschi dalle recenti nomination agli Emmy come
miglior attore e migliore attore non protagonista, Bryan Cranston e Aaron Paul
riprendono il loro cammino esattamente da dove l’avevano lasciato: i due si
ritrovano infatti a fare i conti con le conseguenze dello scorso finale di
stagione. Breaking Bad è, da sempre, una garanzia di qualità: recitazione, così
come regia e sceneggiatura, si confermano (se mai ce ne fosse stato bisogno) ad
altissimi livelli. Pochi show possono vantare le stesse caratteristiche e
ancora meno possono vantare lo stesso senso del ritmo. In una serie tv o in un
film, gli accadimenti possono avvenire in maniera molto concitata, volta
all’azione, o, viceversa, in maniera molto lenta e scandita, ma solitamente a
catturarci è il ritmo. Se c’è un buon ritmo, lento o veloce che sia, allora
saremo in grado di immergerci nel mondo che ci viene presentato: in Breaking
Bad, questa sensazione di immersione, è pressoché totale. Vince Gilligan, creatore e
sceneggiatore dello show, ha dichiarato già un anno fa che questa sarebbe stata
l’ultima stagione (seguita probabilmente da un “film” conclusivo): si tratta di
una scelta azzardata, soprattutto per un prodotto di punta come questo, ma che
permette agli autori di evitare un abbassamento di qualità e soprattutto di
chiudere tutte le fila e regalarci un finale degno di un re.
Ma come ogni
settimana per uno Stracult, c’è sempre uno Stracotto
e questa volta si tratta di Continuum, serie sci-fi canadese della Showcase. Siamo nel 2077, i governi
mondiali, a causa della crisi, sono stati costretti ad appoggiarsi all’aiuto
delle grandi corporazioni, le multinazionali che ora governano il mondo. Otto
terroristi che hanno causato la morte di oltre 30.000 persone durante un
attacco, sono condannati a morte, ma il loro piano è ben più complesso. Il
gruppo ha una missione: tornare nel passato e cambiare il futuro. Qualcosa però
va storto e durante il salto temporale i terroristi sono inseguiti dalla
poliziotta Keira Cameron (Rachel Nichols): la donna, insieme agli altri, finisce
nel 2012, anche se a quanto sembra il piano originale era quello di tornare
indietro di appena sei anni (cioè nel 2071). Giunta nel nostro presente, in
maniera del tutto “discutibile”, Keira, si mette in contatto col genio dei
computer Alec Sandler (Eric Knudsen, Jericho), proprietario, nel 2077, di
una delle più grandi multinazionali della terra. Le premesse sono assolutamente
interessanti, peccato però che già dal pilot
si diluiscano come un bicchiere d’acqua tra paradossi temporali e buchi logici
e narrativi talmente evidenti da farti alzare dal divano e urlare al
televisore. Se Continuum fosse stata sviluppata in maniera più intelligente e
strutturata, con un occhio di riguardo alla logica e alla sceneggiatura, avrebbe
potuto avere maggiore successo, ma a meno che non si risollevi con gli ultimi
tre (dei dieci) episodi della prima stagione, il flop è garantito.
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