sabato 21 luglio 2012


Stracult e Stracotti - …ovvero la serie che questa settimana va su e quella che inevitabilmente va giù. Parola di Stargirl!

All Hail the King recitano le immagini promozionali: tutti acclamano il re. Walter White ritorna sulla Amc, per la quinta, attesissima stagione di Breaking Bad, Stracult indiscusso della settimana. Freschi dalle recenti nomination agli Emmy come miglior attore e migliore attore non protagonista, Bryan Cranston e Aaron Paul riprendono il loro cammino esattamente da dove l’avevano lasciato: i due si ritrovano infatti a fare i conti con le conseguenze dello scorso finale di stagione. Breaking Bad è, da sempre, una garanzia di qualità: recitazione, così come regia e sceneggiatura, si confermano (se mai ce ne fosse stato bisogno) ad altissimi livelli. Pochi show possono vantare le stesse caratteristiche e ancora meno possono vantare lo stesso senso del ritmo. In una serie tv o in un film, gli accadimenti possono avvenire in maniera molto concitata, volta all’azione, o, viceversa, in maniera molto lenta e scandita, ma solitamente a catturarci è il ritmo. Se c’è un buon ritmo, lento o veloce che sia, allora saremo in grado di immergerci nel mondo che ci viene presentato: in Breaking Bad, questa sensazione di immersione, è pressoché totale. Vince Gilligan, creatore e sceneggiatore dello show, ha dichiarato già un anno fa che questa sarebbe stata l’ultima stagione (seguita probabilmente da un “film” conclusivo): si tratta di una scelta azzardata, soprattutto per un prodotto di punta come questo, ma che permette agli autori di evitare un abbassamento di qualità e soprattutto di chiudere tutte le fila e regalarci un finale degno di un re.

Ma come ogni settimana per uno Stracult, c’è sempre uno Stracotto e questa volta si tratta di Continuum, serie sci-fi canadese della Showcase. Siamo nel 2077, i governi mondiali, a causa della crisi, sono stati costretti ad appoggiarsi all’aiuto delle grandi corporazioni, le multinazionali che ora governano il mondo. Otto terroristi che hanno causato la morte di oltre 30.000 persone durante un attacco, sono condannati a morte, ma il loro piano è ben più complesso. Il gruppo ha una missione: tornare nel passato e cambiare il futuro. Qualcosa però va storto e durante il salto temporale i terroristi sono inseguiti dalla poliziotta Keira Cameron (Rachel Nichols): la donna, insieme agli altri, finisce nel 2012, anche se a quanto sembra il piano originale era quello di tornare indietro di appena sei anni (cioè nel 2071). Giunta nel nostro presente, in maniera del tutto “discutibile”, Keira, si mette in contatto col genio dei computer Alec Sandler (Eric Knudsen, Jericho), proprietario, nel 2077, di una delle più grandi multinazionali della terra. Le premesse sono assolutamente interessanti, peccato però che già dal pilot si diluiscano come un bicchiere d’acqua tra paradossi temporali e buchi logici e narrativi talmente evidenti da farti alzare dal divano e urlare al televisore. Se Continuum fosse stata sviluppata in maniera più intelligente e strutturata, con un occhio di riguardo alla logica e alla sceneggiatura, avrebbe potuto avere maggiore successo, ma a meno che non si risollevi con gli ultimi tre (dei dieci) episodi della prima stagione, il flop è garantito.

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