lunedì 28 dicembre 2009

L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sui telefilm tratti dai giornali italiani e stranieri


CORRIERE DELLA SERA
"Mad Men", il cinismo diventa letteratura
"L' epopea dei creativi di Madison Avenue, le avventure dei dipendenti della Sterling Cooper Ad Agency, le sublimi ambiguità di Don Draper (Jon Hamm) sono una delle migliori serie della storia della tv (Cult, canale 319 di Sky, domenica, ore 21). «Mad Men», che intanto è giunta alla terza stagione, ha un solo rischio per la platea televisiva: è molto raffinata. Ideata e prodotta da Matthew Weiner (quello dei «Soprano»), la serie si offre in un testo denso ed elegante, capace di evocare, più che mostrare, un mondo remoto, sprofondato nel passato ma, al contempo, in grado di interrogare il presente, in una complessa dialettica fra noto e sconosciuto, familiare e non familiare, campo e fuori campo. Sono specialmente gli oggetti - da una sigaretta alla bottiglia di whisky, da una lampada da tavolo a una cucina economica - meticolosamente ricostruiti da Matthew Weiner e dalla set designer Amy Wells, a funzionare da catalizzatori di senso, in un gioco complesso di suggerimenti fra l' autore e il suo pubblico. «Mad Men» è un ritratto formidabile dell' America degli anni 60, sospesa fra sogno e disprezzo, fra «persuasori occulti» e il sacrosanto bisogno di lasciarsi persuadere, fra sviluppo economico ed emancipazione sociale e personale. Nel frattempo, l' agenzia è stata comprata dagli inglesi: le incomprensioni fra clienti e creativi aumentano e, fra le pieghe, le differenze culturali scavano solchi. Ma la grande idea su cui si regge la struttura narrativa è proprio quella di giocare sulle due componenti principali della pubblicità: l' infantilismo (l' incanto, la seduzione, la promessa) e il cinismo (l' astuzia, la determinazione, lo stratagemma incantatorio). «Mad Men» è cinismo che si fa letteratura, governata da una cauta, maliziosa intelligenza. È scontro continuo fra cattiva coscienza e concretezza, fino al punto in cui la prima si propone come realtà definitiva".
(Aldo Grasso, 22.12.2009)

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