Pubblichiamo l'articolo di Giovanna Grassi tratto dal "Corriere della Sera" del 06.04.2008 in cui David Duchovny conferma quanto anticipato da Telefilm Cult dai primi di febbraio: tra Mulder e Scully scoppia l'amore nel secondo film di "X-Files". Si veda anche i Post di Telefilm Cult che anticipavano la notizia del 01 e 27 febbraio 08 (XFIF, ciapa lì!)
"X-Files" (con amore). David Duchovny: "macché alieni questa è una storia romantica".
LOS ANGELES (USA) - In una cinestagione che sino alla fine dell’anno sarà contrassegnata da sequel, remake e pre-sequel, è pronto il secondo atto di "X-Files" con l’algido Fox Mulder (David Duchovny) e l’appassionata Dana Scully (Gillian Anderson), girato in segreto tra Vancouver e Portland dal regista Chris Carter. Il fenomeno di questa serie tv, tramutata in un primo film nel 1998 e che incassò oltre 187 milioni di dollari, ha creato legioni di fan delle paranoie dei due agenti dell’Fbi che, in questo atteso secondo round, finalmente vivranno una relazione d’amore. «Perché — se la ride Duchovny — Chris, Gillian e io in fondo abbiamo sempre pensato a 'X-Files' come a una storia d’amore problematica e sorprendentemente romantica». Nel più antico e lussuoso albergo di Santa Monica, arrivando dalla sua villa a Malibu con orto organico, dove abita con la moglie Tea Leoni, i due figli, svariati cani e regole di vita vegetariana e salutista, uno dei più intelligenti e riservati attori di Hollywood (laurea a Princeton in Letteratura Inglese e seconda laurea a Yale in Storia e letteratura latina, capace di conversare in francese, latino ed ebraico) dà il via all’incontro con una battuta: «Benvenuti a casa mia». Lo sfarzo della suite contrasta con il suo carattere e le sue abitudini spartane, niente tappeti rossi, selezione rigorosa dei copioni e progetti da regista dopo il suo film d’esordio House of D, ottime critiche e scarni incassi. Lo aspetta soprattutto la nuova serie di "Californication". «Dirigerò alcuni episodi di questa serie soprannominata con malignità Sex-X e che, contro tutti, compresa mia moglie che non voleva vedermi nella parte dello scrittore border-line ed egotista trasferitosi da New York a Los Angeles, in piena crisi creativa è capace di sfogare ogni stress in sesso compulsivo. La seconda serie sarà più della prima contro ogni convenzione». In Italia lo si vedrà anche al fianco di Benicio Del Toro e Halle Berry in "Oltre il fuoco" dove invece è un padre di famiglia e marito esemplare, che aiuta l’amico drogato (Benicio) e viene ucciso da un balordo. «Mi piacciono i personaggi estremi nelle loro diversità caratteriali e non mi interessano gli eroi. I miei lavori prendono sempre le distanze dai serial che oggi spingono acceleratori grandguignol». Allude forse a "Lost"? «Non lo vedo».
Sebbene radicale in molte svolte sentimentali, "X-Files 2" si ricollega ai primi episodi della serie e non ammassa alieni ed effetti speciali: «I nostri spettatori di un tempo ormai sono quarantenni o quasi cinquantenni, come me, ma i giovani sembrano voler ritrovare il mood della televisione di un tempo. X-Files 2, il titolo non è ancora deciso, va in questa direzione, come anche 'Sex and the City'». Perché tiene a queste precisazioni? «La tv via cavo e i reality hanno mutato il panorama dei media, ma io resto legato a un modello di tv diversa, provocatoria sì, ma con intelligenza, e ho nostalgia del cinema Usa anni Settanta. Penso a 'Shampoo', ai film di Hal Hasby, agli scrittori di fantacoscienza illuminata come Robert A. Heilein. Diciamo, allora, che il film assomma queste contraddizioni. Con me e Gillian recitano l’attore e star del rap Xzibit nella divisa per lui inusuale di un agente Fbi, e l’attore anglo-scozzese di commedie Billy Connolly, un prete cattolico con un ruolo centrale. Anche l’anomalo cast concorre al ribaltamento degli ultimi episodi tv di 'X-Files'».
Osserva: «Il cosiddetto "supernaturale" ha sempre affascinato gli spettatori perché è una ricerca religiosa, il bisogno degli uomini di dialogare con un qualsiasi Dio e di sperimentare cose che solo la fede legittima. Tra Mulder e Scully c’è alchimia da sempre, ora diventa amore». Ricorda che, sin da quando recitava in 'Kalifornia' con Brad Pitt e Juliette Lewis, ha scelto di scavare negli squilibri umani e della società. Chissà come vive a Hollywood, dove nelle case degli attori è difficile vedere una biblioteca mentre lui accumula libri. «La California mi interessa e talvolta faccio anche surf oltre a interessarmi di sesso, religione e letteratura. Tea definisce "miserabile" il protagonista di 'Californication' e preferisce rileggere i libri di Tolkien. Dopo l’esperienza diretta da me in 'House of D', dove sono uno scrittore americano espatriato con molte nevrosi a Parigi, preferisce evitare il binomio casa e bottega». Conclude: «In una Hollywood dove tutto, business e affetti si mescolano, è preferibile solo guardare e discutere gli impegni del coniuge. Nel mio caso, anche se interpreto personaggi apparentemente amorali e contorti, affido a loro la ricerca di una moralità che il nostro tempo sembra avere perduta".
LOS ANGELES (USA) - In una cinestagione che sino alla fine dell’anno sarà contrassegnata da sequel, remake e pre-sequel, è pronto il secondo atto di "X-Files" con l’algido Fox Mulder (David Duchovny) e l’appassionata Dana Scully (Gillian Anderson), girato in segreto tra Vancouver e Portland dal regista Chris Carter. Il fenomeno di questa serie tv, tramutata in un primo film nel 1998 e che incassò oltre 187 milioni di dollari, ha creato legioni di fan delle paranoie dei due agenti dell’Fbi che, in questo atteso secondo round, finalmente vivranno una relazione d’amore. «Perché — se la ride Duchovny — Chris, Gillian e io in fondo abbiamo sempre pensato a 'X-Files' come a una storia d’amore problematica e sorprendentemente romantica». Nel più antico e lussuoso albergo di Santa Monica, arrivando dalla sua villa a Malibu con orto organico, dove abita con la moglie Tea Leoni, i due figli, svariati cani e regole di vita vegetariana e salutista, uno dei più intelligenti e riservati attori di Hollywood (laurea a Princeton in Letteratura Inglese e seconda laurea a Yale in Storia e letteratura latina, capace di conversare in francese, latino ed ebraico) dà il via all’incontro con una battuta: «Benvenuti a casa mia». Lo sfarzo della suite contrasta con il suo carattere e le sue abitudini spartane, niente tappeti rossi, selezione rigorosa dei copioni e progetti da regista dopo il suo film d’esordio House of D, ottime critiche e scarni incassi. Lo aspetta soprattutto la nuova serie di "Californication". «Dirigerò alcuni episodi di questa serie soprannominata con malignità Sex-X e che, contro tutti, compresa mia moglie che non voleva vedermi nella parte dello scrittore border-line ed egotista trasferitosi da New York a Los Angeles, in piena crisi creativa è capace di sfogare ogni stress in sesso compulsivo. La seconda serie sarà più della prima contro ogni convenzione». In Italia lo si vedrà anche al fianco di Benicio Del Toro e Halle Berry in "Oltre il fuoco" dove invece è un padre di famiglia e marito esemplare, che aiuta l’amico drogato (Benicio) e viene ucciso da un balordo. «Mi piacciono i personaggi estremi nelle loro diversità caratteriali e non mi interessano gli eroi. I miei lavori prendono sempre le distanze dai serial che oggi spingono acceleratori grandguignol». Allude forse a "Lost"? «Non lo vedo».
Sebbene radicale in molte svolte sentimentali, "X-Files 2" si ricollega ai primi episodi della serie e non ammassa alieni ed effetti speciali: «I nostri spettatori di un tempo ormai sono quarantenni o quasi cinquantenni, come me, ma i giovani sembrano voler ritrovare il mood della televisione di un tempo. X-Files 2, il titolo non è ancora deciso, va in questa direzione, come anche 'Sex and the City'». Perché tiene a queste precisazioni? «La tv via cavo e i reality hanno mutato il panorama dei media, ma io resto legato a un modello di tv diversa, provocatoria sì, ma con intelligenza, e ho nostalgia del cinema Usa anni Settanta. Penso a 'Shampoo', ai film di Hal Hasby, agli scrittori di fantacoscienza illuminata come Robert A. Heilein. Diciamo, allora, che il film assomma queste contraddizioni. Con me e Gillian recitano l’attore e star del rap Xzibit nella divisa per lui inusuale di un agente Fbi, e l’attore anglo-scozzese di commedie Billy Connolly, un prete cattolico con un ruolo centrale. Anche l’anomalo cast concorre al ribaltamento degli ultimi episodi tv di 'X-Files'».
Osserva: «Il cosiddetto "supernaturale" ha sempre affascinato gli spettatori perché è una ricerca religiosa, il bisogno degli uomini di dialogare con un qualsiasi Dio e di sperimentare cose che solo la fede legittima. Tra Mulder e Scully c’è alchimia da sempre, ora diventa amore». Ricorda che, sin da quando recitava in 'Kalifornia' con Brad Pitt e Juliette Lewis, ha scelto di scavare negli squilibri umani e della società. Chissà come vive a Hollywood, dove nelle case degli attori è difficile vedere una biblioteca mentre lui accumula libri. «La California mi interessa e talvolta faccio anche surf oltre a interessarmi di sesso, religione e letteratura. Tea definisce "miserabile" il protagonista di 'Californication' e preferisce rileggere i libri di Tolkien. Dopo l’esperienza diretta da me in 'House of D', dove sono uno scrittore americano espatriato con molte nevrosi a Parigi, preferisce evitare il binomio casa e bottega». Conclude: «In una Hollywood dove tutto, business e affetti si mescolano, è preferibile solo guardare e discutere gli impegni del coniuge. Nel mio caso, anche se interpreto personaggi apparentemente amorali e contorti, affido a loro la ricerca di una moralità che il nostro tempo sembra avere perduta".
Al mito di "X-Files", in vista dell'uscita del secondo film della saga e in occasione dei 15 anni del fanta-cult, il sesto Telefilm Festival di Milano (7-11 maggio) dedicherà un appuntamento speciale.
1 commento:
Telefilm Cult ha SEMPRE ragione...!
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