martedì 9 ottobre 2007

NEWS - Dite che vi manda Laura Palmer! Tutti alla Triennale ad ammirare i capolavhorrori di quel gran genio di David Lynch (al confronto "Twin Peaks" è "Peyton Place")
(ANSA) - MILANO - Parte dell'intensa produzione pittorica con cui David Lynch ha sempre affiancato la sua attivita' di regista cinematografico e' esposta nella mostra, intitolata "The Air is on Fire", inaugurata oggi alla Triennale di Milano, dove rimarra' fino al 13 gennaio. Lynch ha cominciato a dipingere molto prima di diventare regista. Ha spiegato che tracciava schizzi su tutto quello che gli capitava per le mani, dalle scatole di fiammiferi (''un tempo vi erano molti piu' fiammiferi che accendini e, dal momento che le scatole erano neutre, vi si poteva disegnare sopra'') ai tovaglioli: ''Al ristorante di Filadelfia Bob's Big Boy avevano, ma credo vi sia ancora - ha spiegato -, un contenitore di tovaglioli di carta fatto di metallo cromato. Bastava allungare una mano, prendere un tovagliolo e cominciare a disegnare. Io portavo il mio materiale, i miei evidenziatori di colori diversi, ordinavo un caffe' e un milk-shake ed ecco i disegni che facevo''. Nato nel 1946 nel Montana, Lynch si era trasferito a 19 anni a Filadelfia per studiare presso la Pennsylvania Academy of the Fine Arts. I suoi disegni, i suoi dipinti, le sue immagini fotografiche manipolate hanno sempre seguito il filone di un fantastico tendente al mostruoso. Per lo piu' su sfondo nero, le immagini sono composte di materiali diversi, impastati a colori. L'ambientazione e' quella della casa, in cui si muovono cupi fantasmi, ai quali spesso viene data la parola con scritte fumettistiche. Alla Triennale e'esposta anche un' intera scenografia rappresentante un salotto reale, con tanto di pareti, divano, tappeto, tutti dipinto a macchie. Vi e' anche una lunga serie di fotomontaggi digitali, intitolati Distorted Nudes e realizzati a partire da fotografie erotiche che risalgono ai decenni a cavallo tra Otto e Novecento. Nella biografia di Lynch si racconta che un giorno, mentre si trovava nel suo studio, entro' dalla finestra un leggero vento, che creo' onde sulla tela su cui egli stava lavorando. Ebbe cosi' l'ispirazione delle immagini in movimento. Sei mesi dopo produceva il suo cortometraggio e quindi e' divenuto uno dei rari registri cinematografici provenienti dalla pittura e non dal teatro o dalla letteratura come e' avvenuto invece in molti altri casi. Nei film di Lynch si ritrovano le stesse immagini spaventose dei suoi quadri. Basti pensare ad "Elephant Man", "Velluto blu", "Cuore Selvaggio", fino all'ultimo "Inland Empire", del 2006, presentato alla Biennale di Venezia, dove Lynch ha ricevuto il Leone d'Oro alla carriera. Il successo avuto nel cinema non ha pero' fatto dimenticare la sua opera pittorica, raccolta dalla Fondazione Cartier, dalla quale provengono le opere scelte per questa mostra.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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