giovedì 16 maggio 2019

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri

LA STAMPA
Da "Lost a "Game Of Thrones", quei finali a rischio delusione delle serie tv
"Otto stagioni. Cento milioni di budget a stagione. Quattordici uccisioni in media a puntata. Settantadue episodi fino a oggi. L'ultimo, il numero 73, andrà in onda in Usa il 19 maggio e il 20 in Italia: scritto e diretto da David Benioff e Dan Weiss durerà 80 minuti e metterà la parola fine a Game of Thrones, una delle serie più amate, seguite e discusse della storia della televisione. Ipotesi su come finiranno le avventure degli abitanti di Westeros tante. Certezze poche, anzi una: l'ultimo episodio lascerà alcuni fan insoddisfatti, frustrati, arrabbiati. Quanti non si sa, ma a giudicare dalle reazioni al penultimo episodio, quello andato in onda lunedì sera, tanti, anche se non scendiamo in particolari per evitare spoiler a chi la deve ancora vedere. E ora si teme per il gran finale: otto anni dietro a una storia per poi rimanere delusi. Eppure è inevitabile, un po' perché si tratta di elaborazione del lutto e a nessuno piace separarsi da personaggi che per quanto fittizi ci hanno fatto provare emozioni. Un po' perché accontentare tutti non è possibile, ci sarà sempre qualcuno che si lamenta. Non è la prima volta che succede. A guardare indietro sono pochi i casi in cui alla parola fine tutti gridano al capolavoro. Più spesso ci sono critiche, incredibilità, accuse agli sceneggiatori di non essere stati capaci di trovare una alternativa narrativa migliore. I fan de I Soprano ancora non si danno pace per quello schermo nero ritenuto universalmente come uno dei fmali più controversi mai trasmessi. All'epoca, le accuse a Davide Chase furono di essere stato criptico, di aver lasciato troppo spazio all'interpretazione, di fatto fuggendo alla sua responsabilità, tanto che aventi anni da quell'episodio, ancora si discute se Tony Soprano sia mono oppure no (lo è, ha confermato Chase due mesi fa). Critiche simili furono mosse per Lost. Quando, nel 2000, andò in onda l'ultima puntata in molti si sentirono presi in giro per la mancanza di risposte alle troppe domande lasciate aperte. Più recentemente è toccato a Dexter, a The Americans, persino a una sitcom leggera come E alla fine arriva mamma: quasi un decennio per farci incontrare la donna dei sogni del protagonista e dieci minuti per farla morire di una misteriosa malattia? Ma come si permettono? Se c'è una cosa che accomuna gli spettatori delusi è la sensazione di essere stati traditi, che quel rapporto di fiducia tra chi segue da casa e investe tempo e emozioni e chi quelle emozioni dovrebbe gestirle al meglio si è rotto. Lo sa bene George RR Martin, autore dei libri da cui è tratto Trono di Spade. Fan di Lost, persino lui dichiarò di essersi sentito ingannato da quell'ultimo, deludente episodio". (Simona Siri)

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