Articolo tratto dal "Corriere della Sera"
Per gli appassionati di serie tv, decidere a quale piattaforma abbonarsi è complesso. Chi ama le trame condite da intrighi criminali deve scegliere tra Narcos o Gomorra. Chi preferisce il fantasy o le narrazioni futuristiche sa che non potrà avere sia Black Mirror sia Game of Thrones. La frammentazione dei contenuti on demand è un problema che si risolve solo iscrivendosi (perlomeno) a quelle che in Italia sono più note e offrono un ampio catalogo: Netflix e Sky. Senza contare la crescente realtà di Amazon Prime Video. O le altre che si preparano a scendere in campo, come Disney, che ha annunciato l'arrivo di una sua piattaforma. Sopravvivere in un mondo sempre più affollato come quello dello streaming, proponendo contenuti migliori, o servizi più funzionali, non è facile. Lo sanno bene i due più agguerriti giocatori del panorama europeo, che hanno finito per stipulare un'alleanza. Ed ecco quindi l'accordo di due giorni fa: il nuovo box Sky Q, lanciato a novembre, ospiterà anche Netflix. Una partnership che diventerà realtà in tutta Europa nel giro di due anni e permetterà (finalmente) di avere una sola iscrizione per (la maggior parte di) serie tv, film e documentari. «E una soluzione di continuità — spiega al Corriere Maria Ferreras, vicepresidente dell'area Business Development per Europa, Medio Oriente e Africa di Netflix —. Chi ha entrambi gli abbonamenti, potrà scegliere di unirli e pagare un unico conto». Aggiunge che si tratta della «prima volta che decidiamo di unire il nostro catalogo a quello di una emittente televisiva e l'accordo si estende anche al servizio streaming di Sky, NowTv». Una vittoria per entrambi? Sicuramente lo è per Netflix, che sta investendo molto — guadagnando ancora poco — nella crescita della sua utenza nel mondo, pari oggi a u7 milioni di persone. Non rivela il numero di iscritti in Italia, ma l'osservatorio Ey a ottobre ne aveva stimati circa 800mila. Mentre Sky nel nostro Paese a fine novembre aveva quasi 5 milioni di abbonati. Un ben più folto gruppo di potenziali utenti che, con questo accordo, Netflix riuscirà in parte a intercettare. Per la partenza non c'è ancora una data precisa: i primi Paesi saranno Regno Unito e Irlanda, «entro la fine di quest'anno — aggiunge Ferreras — poi amplieremo ad altri, inclusa l'Italia. E un mercato molto importante per noi». Anche sul lato delle produzioni: «Stiamo lavorando alla terza serie originale italiana: Baby, dopo Suburra e First team: Juventus». Titoli che compariranno, a breve, anche sul box di ultima generazione di Sky. Una piattaforma che integra la trasmissione via satellite a quella via internet e porta sullo stesso piano i canali tradizionali e l'on demand, lo schermo del televisore e quello dei dispositivi mobili. Per Sky l'abbattimento di frontiere tra la tv e lo smartphone è l'occasione di rilancio di un servizio ancora troppo ancorato alla fruizione tradizionale. Per la società fondata da Reed Hastings, l'approdo (anche) sui piccoli schermi che ancora regnano nella case della maggior parte degli europei, soprattutto degli italiani, è un punto di (ri)partenza in un altro senso. Nata come servizio di streaming online, si è proposta come alternativa nuova e giovane. Poi l'ambizione di farsi un nome anche come casa di produzione: «Nella tecnologia — spiega la manager spagnola — stanno le nostre fondamenta, ma oggi la creazione di contenuti originali è diventato un altro nostro marchio di garanzia». Ed estendere il servizio anche su altre piattaforme, con altri mezzi, non può che giovare.
2 commenti:
Sky si mangia Netflix e Disney si mangia Sky...
E tutti si mangiano Mediaset
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