NEWS - Auditel, un nuovo presidente (Andrea Imperiali di Francavilla) per spazzare via le polemiche, gli incidenti e l'anacronismo di un impero intoccabile dal 1984 (!)
Articolo tratto da "Corriere Economia"
Andrea Imperiali di Francavilla é il nuovo presidente dell'Auditel. Non è eccessivo definire quello che si é consumato giovedì 4 febbraio, in
seno all'Auditel, un evento storico: è la prima volta — di fatto — che
si procede all'elezione del presidente, se si esclude la votazione di 32
anni addietro che portò Giulio Malgara ad occuparne la poltrona fino
alle dimissioni. Come fondatore dell'Auditel nel 1984 il suo risultato
elettorale era scontato. D'altra parte allora c'era Bettino Craxi al
governo, Giovanni Paolo II era solo al sesto anno dei suoi 27 di
Pontificato, ed Edwin Moses vinceva i 400 metri ostacoli alle Olimpiadi
di Los Angeles. Piccolo particolare ulteriore: mancavano ancora cinque
anni all'invenzione da parte di Tim Berners-Lee, allora sconosciuto
ricercatore del Cern, del world wide web. Dunque, dicevamo, un evento
storico. Anche se potrebbe essere non meno scontato: dopo lo scandalo
dell'Audigate dello scorso ottobre, rivelato dal Corriere, e
l'inquinamento del panel delle famiglie da cui dipende lo share dei
programmi tv e, dunque, a cascata, gli investimenti pubblicitari, il
soggetto forte è l'Upa, presieduta da Lorenzo Sassoli de Bianchi. E
proprio il patron della Valsoia sembra in pole position per occupare
anche la casella Auditel. C'è un precedente, l'unico possibile: anche
Malgara nel 1984 guidava l'Upa. In ogni caso manca poco per scoprirlo:
il presidente deve essere votato da Upa, Assocom e Unicorn, ma è chiaro
che in questo momento di crollo della credibilità dell'audience c'è
bisogno anche di un nome gradito un po' a tutti. «Largamente condiviso»,
come si dice nel diplomatese di questi casi. L'Auditel è un piccolo
impero, il cui valore economico (per le rilevazioni del 2015 le
emittenti televisive hanno sborsato 18 milioni di euro alla società) non
rispecchia minimamente il potere che in realtà ha, nascosto com'è nelle
pieghe della governance ancor più che nel totem-audience. Per come è
nata, negli anni in cui la tv privata, al tempo sostanzialmente la
Fininvest di Silvio Berlusconi, si contrapponeva all'ex monopolista
mamma Rai, l'Auditel è sempre stata la stanza di compensazione dello
scontro fino a diventare una diarchia contro i nuovi entranti (non è di
certo un caso che negli ultimi anni lo scontro più agguerrito sia
avvenuto con Sky). È lì dentro, negli uffici di via Larga a due passi
dalla Madonnina milanese, che sono stati lavati i panni sporchi in
questi 32 anni. Non è un caso che Malgara fosse da sempre considerato un
imprenditore vicino a Berlusconi (rischiò anche di diventare presidente
Rai). E forse la sua più grande vittoria del 1984 fu quella di
ottenere una sede a Milano, vicino a Fininvest e lontano dalla sede Rai
di Roma. Anche se, come detto, ormai la battaglia si consuma su altre
direttrici ed è più di difesa condivisa che di sgambetti tra i due super
soggetti. La prima patata bollente del nuovo presidente sarà quella di
chiudere la questione dell'Audigate. E in corso, a spese della Nielsen,
la sostituzione del panel principale che era stato inquinato (per chi
non lo ricordasse un invio di email aveva permesso a blocchi di mille
persone di sapere quali fossero le altre famiglie del panel, laddove la
segretezza è un elemento inscindibile dall'attendibilità del campione,
anche per evitare pressioni). Il risanamento completo è stato promesso
per prima dell'estate. E la clessidra si sta svuotando velocemente.
venerdì 5 febbraio 2016
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