NEWS - Fiat Netflix in Italia, ma non per tutti! Solo il 22% del nostro Paese coperto dalla banda ultralarga: prima di abbonarsi, meglio informarsi
Articolo tratto da "Il Sole 24 ore"
Sette giorni esatti. Tanto manca all’arrivo in Italia di Netflix. Prima di
noi altri 50 Paesi e 65 milioni di persone hanno aderito alle proposte
streaming del network californiano. Nel suo carnet conta film,
documentari e serie televisive, da assemblare tra loro per creare
palinsesti personali. Netflix è un servizio streaming, dunque l’utente non deve scaricare i contenuti. Niente «download». Ecco
perché viene richiesta la connessione continua a Internet. Basta
attivare l’app e i programmi televisivi si guardano sugli schermi delle
smart tv, di tablet, smartphone e notebook. E se la tivù manca di
collegamento web, va bene anche la console per videogame. Una rivoluzione non da poco, perché vengono a cadere i vincoli spazio-temporali
dei tradizional i programmi Tv prodotti da i broad caster televisivi.
Basti pensare che ogni giorno con Netflix, dicono i dati interni,
vengono guardate 100 milioni di trasmissioni web. Stiamo dunque
entrando nel mondo della fruizione di contenuti video e intrattenimento
«anywhere, anytime». Cioè da ogni posto e in qualunque momento. Con la
possibilità di guardare un film sulla smart tv, bloccarlo a
metà e il giorno dopo continuare su tablet e smartphone
mentre si viaggia. In Italia, secondo i responsabili Netflix,
saranno sottoscritti almeno 150 mila abbonamenti entro fine anno. La proposta prevede tre pacchetti con
prezzi che dipendono sia dalla qualità video, sia dalle cosiddette
«sessioni di streaming», cioè il numero di trasmissioni da guardare in
contemporanea dall’utente e gli altri componenti della famiglia (cinque
persone in tutto). Il piano «Base» da 7,99 euro al mese — come dire 27
centesimi al giorno — include una qualità video standard, con una sola sessione streaming e velocità di tre megabit al secondo. Lo «Standard»
da 9,99 euro al mese offre qualità Hd, due sessioni di streaming e
velocità di cinque megabit al secondo. Infine c’è «Premium», un piano
da 11,99 euro al mese in ultra Hd4K: consente di attivare fino a quattro
streaming per volta a 25 megabit al secondo. Sottoscrivere
l’abbonamento è semplice. Basta creare un account dal sito netflix.com,
oppure dall’omonima app. Si inseriscono poi i dati bancari con carta
di credito o PayPal. Nuova la soluzione scelta dai softwaristi per
gestire l’abbonamento mese per mese (il primo gratis) , con
cancellazione immediata quando si decide di non usare Netflix per il
successivo. Nelle impostazioni è previsto il parental control per
sorvegliare i contenuti rivolti ai bambini. Non solo. Una volta
scaricata l’app, lo smartphone si trasforma in telecomando digitale.
Nel nostro Paese, Netflix ha da poco stretto accordi con Telecom e
Vodafone per offrire sottoscrizioni congiunte. Sarà anche possibile
acquistare carte prepagate Netf lix presso rivenditori autorizzati. Tra
questi: GameStop, Unieuro, MediaWorld, Esselunga, Mondadori ed
Euronics. In Italia già un milione e mezzo di persone usa la tivù via strea- ming. Dunque a chi darà fastidio Netflix? Sky on demand
e Sky Go già da un paio d’anni consentono agli abbonati Sky di guardare
programmi satellitari su d ispositivi mobili. Mediaset punta invece
sulla pay tv con Infinity: film, serie tv, fiction in Hd. Il Biscione
offre anche Premium Play per guardare il calcio in diretta streaming su
tablet, inclusi i programmi di Canale 5, Italia 1 e Rete 4 degli ultimi
sette giorni. Fastweb ha superato i 400 mila utenti in tre anni con
Chili Tv. TimVision, la piattaforma on demand di Telecom Italia,
dichiara 6 mila titoli tra serie tv, cartoni, cinema e documentari.
Rai.Tv consente invece di seguire via Internet il meglio dell’emittente
nazionale. Ma per Netflix il tallone d’Achille del Belpaese resta la
velocità di connessione. Perché in mancanza di
banda ultraveloce (30 megabit al secondo) si rischia di guardare i
contenuti con fastidio se interruzioni. Oggi, secondo i dati di
Sos Tariffe, solo il 22,3% del territorio italiano è raggiunto da banda
ultralarga, rispetto alla media europea del 64%. Senza contare che ci
sono regioni come il Molise, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta in cui
la copertura è assente. Vale dunque un consiglio. Prima di
sottoscrivere l’abbonamento, accertatevi della velocità di connessione
presente tra le mura domestiche (wi-f i e Adsl). In caso contrario è
come acquistare un vestito griffato che però vi sta stretto.
giovedì 15 ottobre 2015
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