NEWS - Tutti a Como sabato sera! C'é la maratona "Twin Peaks", brividi cult per sfuggire dal caldo. "Fu la prima serie a unire marketing e sostanza"
Articolo tratto da "La Repubblica"
Alberi mossi dal vento, una provincia torbida e dalla natura selvaggia,
omicidi misteriosi, personaggi con segreti indicibili resi ancor più
mostruosi da inquadrature sghembe e luci seppia, lunghi silenzi, forse
la cosa più angosciante. Quando uscì I segreti di Twin Peaks, serie tv di David Lynch, fu una bomba: il cinema irrompeva nellatv e modificava
per sempre il linguaggio della fiction, con effetti che si possono
vedere ancora adesso. Parliamo di un quarto di secolo fa (primo episodio
8 gennaio 1991), ma le vicende di Twin Peaks, cittadina al confine col
Canada simile a mille altre non solo degli Usa, sono ancora ben
conosciute. Non solo da chi le vide allora su Canale 5, ma anche da chi
si è poi affidato a cofanetti dvd e file scaricati da Internet.
Un'alternativa c'è però domani sera: al Lake Como Film Festival gli 8
episodi cruciali della serie (cornposta di 30 puntate) sono proiettati
di fila, in una maratona notturna che parte alle 21.30. «Ottima idea, resta una visione geniale e che ci racconta molto della tv
attuale. Però qualcosa chi non c'era allora non potrà capirlo», dice Leo
Damerini, autore con Fabrizio Margaria del Dizionario dei telefilm,
edito da Garzanti, e direttore del Telefilm Festival ( «che presto ripartirà, ma
lontano da Milano e dalla Lombardia»). Cosa sfuggirà allo spettatore di
questa maratona? Semplice, il clima di allora. «I segreti di Twin Peaks
fu il primo grande esempio di marketing applicato alla tv. Il battage
pubblicitario diventò un tormentone, con le famosa domanda-slogan "chi
ha ucciso Laura Palmer?". E - in epoca ben lontana da chat, internet e
social network - si creò un evento: una serie tv diventava qualcosa di
intrigante e curioso, il prodotto in sé contava ancor più del fatto che
il regista fosse famoso, anche perché ai tempi Lynch lo era
relativamente. Per cui ogni dettaglio fu studiato con attenzione, penso
alle videocassette che arrivavano dagli Stati Uniti solo pochi giorni
prima della messa in onda, o il diario di Laura Palmer allegato a
puntate da Tv Sorrisi e canzoni».
Naturalmente non fu solo questione di marketing. Il telefilm aveva
grandissima sostanza, «solo che non era la sostanza che ci
si aspettava. Era un mistery, ma in fondo chi avesse davvero ucciso la
giovane Laura diventava man mano meno importante nella narrazione. Anzi,
era forse il punto debole della trama. E col tempo venivano fuori
dettagli, bozzetti umani, sottotrame, storie di società segrete, sesso
clandestino, droga, e molto altro. La scommessa vinta di Lynch fu
prendere il pubblico dei Peccatori di Peyton Place, delle serie tv
poliziesche e del cinema. E ci riuscì. Al punto che il secondo ciclo è
un puro antipasto del suo cinema, penso a un titolo come Mullholland
drive di anni dopo: nel cinema non bisogna entrare nella trama, ma
nel senso della visione, che è tutta un'altra cosa». E quanto a senso
della visione, il telefilm offriva di tutto: «Citazioni continue,
inquadrature deformanti, colori che colpivano l'occhio. Più una colonna
sonora che, a parte l'indimenticabile tema di Angelo Badalamenti,
miscelava un tema diverso per ogni personaggio e silenzi che diventavano
un filo narrativo. Tutte cose in teoria antitelevisive e che invece
erano uno spettacolo perfetto».
Una filosofia che è percolata anche in tante altre serie tv, «e in
questo senso I segreti di Twin peaks ha fatto scuola: si parla di
qualcosa di specifico, ma in realtà si racconta tutt'altro fra
sotto-trame, citazioni e pretesti. Penso ai Soprano, E.R. e West Wing,
che solo in apparenza trattano di mafia, sanità e politica. Anche se,
dovendo indicare gli eredi più diretti di questa fiction, direi Fargo,
True detective e The Killing, tutte serie di pay e non a caso, perché
sono quelle che si possono concedere sperimentazioni. Mentre allora
Lynch produsse per la Abc, una tv gratuita e generalista, e anche in
questo fu dirompente». Ma proprio per tutto quello che è restato da
allora, un ragazzino di adesso riuscirebbe ancora a essere sorpreso dai
Segreti di Twin peaks? «Io penso di sì. Proprio perché se ne è parlato
molto negli anni, i giovani ci si accostano come una cosa di culto. E
che parla ancora il linguaggio di oggi».
DOVE E QUANDO: Como, Arena teatro sociale, sabato 25 luglio, ore 21.30 . Ingresso 8
euro (spaghettata notturna a 5 euro). Tel. 031.303492
venerdì 24 luglio 2015
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