L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
Con "The Night Shift" il dolore diventa narrazione da trincea
“Lo confesso, letta la trama, pensavo che «The Night Shift» fosse solo la brutta copia
di «E.R.»: il pronto soccorso, i casi disperati, i vissuti personali di medici
e infermieri, dolori, speranze, una miniera inesauribile di racconti. E in
parte è così: «The Night Shift» è il
classico medical drama ambientato nel Pronto Soccorso del San Antonio Medical
Center di Albuquerque in New Mexico. La sanità è in crisi, la riforma sanitaria
prevista dall'ObamaCare pesa anche sugli ospedali, bisogna procedere a tagli...
Non tutti i medici sono disposti a trasferirsi nel New Mexico (Mya, Mediaset
Premium, mercoledì, ore 21.10). Il turno di notte
del San Antonio è una sorta di avamposto militare: molti dei medici hanno
operato in trincea, nei campi di guerra come in operazioni militari ad alto
rischio. Hanno combattuto in Afghanistan, hanno visto morire i loro compagni,
si portano dietro i traumi di quelle esperienze. Il medico più bravo, TC
Callahan (Eoin Macken), non disdegna di ubriacarsi. La serie ideata da Gabe
Sachs e Jeff Judah (già rinnovata per la seconda stagione) è per stomaci buoni:
delle operazioni più drammatiche non ci viene risparmiato nulla, con quella
secchezza narrativa che la nostra fiction non conosce. Poi, come prevede il
genere, alle storie del pronto soccorso si mescolano quelle più private (ma
anche qui si tratta di pronto soccorso: meno lettighe, più letti). Gli altri
personaggi più importanti sono: la bella Jordan Alexander (Jill Flint), a capo
dell'emergency room; Michael Ragosa (Freddy Rodriguez), l'amministratore
dell'ospedale che ha messo da parte le velleità mediche; Topher Zia (Ken Leung)
e Drew Alister (Brendan Fehr), entrambi con esperienza negli ospedali da campo
in prima linea dell'esercito. Ancora una volta, il medical drama (insieme con
il poliziesco è il genere più serializzato della tv americana) trasforma il dolore
in narrazione, nel dolore cerca la sua popolarità”. (Aldo Grasso, 07.02.2015)
martedì 10 febbraio 2015
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