L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
Se "Downton Abbey" diventa più soap
"I tempi cambiano a «Downton Abbey»: il processo di democratizzazione
avanza, la crisi economica erode il patrimonio ereditato da Lord
Grantham, il vento del socialismo lambisce la tenuta. I tempi cambiano
anche per la collocazione nel palinsesto: stretto su Rete4 tra «Centovetrine»
e «Vento di passioni», la celebre serie inglese sembra accentuare il
lato soap, che già è robusto di suo (giovedì, ore 21.20). Eppure è
sempre un piacere seguirla: sarà per il capovolgimento attraverso cui
la servitù sembra ancora più restia ai cambiamenti del padronato, sarà
per quel perfezionismo che manca alla nostra fiction (la serie è un
affresco d'epoca maniacalmente curato in ogni minimo dettaglio, dalla
rappresentazione del cibo, agli abiti, alla postura che gli attori
devono mantenere in scena), sarà per le dinamiche sociali fra «servo» e
«padrone», secondo una consolidata tradizione drammaturgica inglese,
sarà perché il mondo, come sostiene il maggiordomo Charles Carson, «gira
attorno a una tavola ben apparecchiata», sta di fatto che la creatura
di Julian Fellowes (il cui titolo nobiliare completo è Barone Fellowes
di West Stafford), conservatore, di dichiarate simpatie monarchiche, è
il racconto di un lento naufragio, che ha preso le mosse da quello vero
del Titanic. A «Downton» il cambiamento fa paura: dai piccoli
dettagli della vita quotidiana (ogni volta, tocca a Lady Violet
esprimere il disgusto per il nuovo) ai grandi ideali, tutto è intriso di
nostalgia per un tempo che si percepisce come irrimediabilmente finito,
per uno stile di vita che è stato sacrificato sull'altare del
«progresso» sociale. Come ogni soap che si rispetti (in questo
caso ci troviamo di fronte a una soap «culturale»), «Downton Abbey»
procede per colpi di scena emotivi, in un terreno dove soldi e sesso
(molto mascherato), intesi come dinamiche di potere, rappresentano
motori importanti per innescare gli snodi del racconto". (Aldo Grasso, 03.01.2015)
venerdì 9 gennaio 2015
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1 commento:
Ascolti pessimi, giusto?
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