CORRIERE DELLA SERA
"The Walking Dead", gli zombi delle nostre ossessioni
"«Il mondo sta per finire. La sola ragione
per cui potrebbe durare è che esiste». Questa di Charles Baudelaire, in
«Razzi», potrebbe essere la perfetta epigrafe di «The Walking Dead», di
cui è appena iniziata la quinta stagione (su Fox, lunedì, ore 21, a
pochissima distanza dalla trasmissione negli Usa). Più passano le stagioni e più è
evidente che il racconto dell’invasione zombie seguita alla diffusione
di un misterioso virus, capace di far risvegliare i morti trasformandoli
in aggressive creature affamate di carne viva e private di ogni barlume
di umanità, non ha solo un’anima horror ma ci parla di molte ossessioni
della contemporaneità. In controluce filtrano alcuni dei temi più
pressanti dell’agenda internazionale (le armi batteriologiche, la
diffusione di grandi epidemie, la brutalità dei tagliagole), ma anche
riflessioni profondamente alate: l’apocalisse è una condizione causata
dall’uomo stesso, che sfrutta le risorse del pianeta in modo
sconsiderato, portandolo verso un inevitabile collasso. L’avvio della quinta stagione è
stato maestoso nella sua brutalità: abbiamo ritrovato il piccolo
drappello di sopravvissuti guidati dallo sceriffo Rick Grimes dove
l’avevamo lasciato, imprigionato a Terminus, un luogo inizialmente
scambiato per un santuario e un rifugio protetto, ma presto rivelatosi
come una trappola spaventosa. Nella serie le scene d’azione e gli effetti speciali
sono altamente spettacolari, ma l’attenzione è tutta per le relazioni
tra i vari personaggi di un cast molto corale: la sfida più importante
della quinta stagione sarà quella di descrivere l’evoluzione interiore
del leader Rick, un «buono» costretto a fare i conti con un mondo alla
deriva". (Aldo Grasso, 15.10.2014)
2 commenti:
mitico ritorno!
Ciao! Complimenti per il blog! Anche io ne ho uno telefilmico! se passi anche tu, mi fa piacere :)
Io mi sono iscritta da te! baci, ceci
Posta un commento