L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
"Orange Is The New Black", il carcere delle donne tra dramma e scienza
"«
Orange is The New Black», la serie targata Netflix e firmata da Jenji
Kohan, racconta la storia vera di Piper Chapman, una ragazza wasp della
buona borghesia costretta a scontare 15 mesi nel carcere femminile di
Litchfield per aver aiutato la sua ex amante a trasportare in territorio
americano una valigia zeppa di narco-dollari (Premium Mya, martedì, ore
21). Difficile ormai far quadrare i conti (in tutti i sensi) con le
serie americane: la nicchia dei fan le ha già scaricate, in
contemporanea con l'uscita negli Usa, e ne ha già discusso in rete;
resta la nicchia degli spettatori della pay cui però va sottratta la
nicchia dei precorritori. «Orange is The New Black» è una storia al
femminile, molto ben recitata, dove le scene crude, che non mancano,
vengono stemperate dall'ironia quasi involontaria della protagonista
(Taylor Schilling). Piper è finita nei guai perché, almeno in apparenza,
si fa dominare dagli altri e dalle sue convinzioni cool: guardaroba
JCrew, inevitabile esperienza lesbica dopo il college, fidanzamento con
ragazzo ebreo, ideologia da km zero, dipendenza dall'iPhone (la battuta
più bella della prima puntata è questa: «Quando sarò uscita da qui
saranno già passate tre generazioni di iPhone»), mobilità in Fiat 500
(forse è la prima volta che la 500 entra in una serie), passione per
«Mad Men». Le prigioniere si muovono sul doppio registro del dramma e
della commedia, in un avvincente gioco di attrazioni, respingimenti,
sotterfugi e arte della sopravvivenza. E l'aspetto più sorprendente
della serie è proprio questa coralità, questo aver messo insieme un cast
di grande livello.In molte prigioni degli Usa i detenuti indossano
uniforme color arancione per essere meglio identificati in caso di fuga". (
Aldo Grasso, 25.09.2014)
1 commento:
serie magnifica
Posta un commento