giovedì 5 luglio 2012

L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri

CORRIERE DELLA SERA
House, nel finale una grandiosa riflessione sulla morte
"L'ultimo episodio della serie del «Dr House» (8 stagioni, 177 episodi) s'intitola «Everybody Dies», e chiude con una struggente canzone e un colpo di scena. La canzone di Warren Zevon s'intitola «Keep Me in Your Heart» e ripete con struggente tenerezza: «Sometimes when you're doing simple things around the house. Maybe you'll think of me and smile. You know I'm tied to you like the buttons on your blouse. Keep me in your heart for a while» (Talvolta, quando starai facendo qualcosa di semplice in casa magari penserai a me e sorriderai, sai che sono legato a te come i bottoni di una blusa, tienimi nel tuo cuore per un po'). E qui i riferimenti si sprecano.Mentre il suo amico Wilson sta pronunciando il ricordo funebre (House ha simulato la morte per evitare la prigione e accompagnare il suo amico, colpito da un cancro, negli ultimi mesi di vita) eccolo ricevere un sms: «Shut up, idiot!» (Stai zitto, idiota!). House è vivo, ha inscenato tutto e lo sta aspettando sotto casa. I due partiranno per un viaggio in moto, in attesa che il destino faccia il suo decorso (Canale 5, martedì, ore 21.20). L'ultima puntata di House è una grandiosa riflessione sulla morte. Credendolo morto, le donne, gli amici, i colleghi di una vita lo ritraggono con affetto, ricordando tutte le sue doti, ma non risparmiano i giudizi sul suo carattere: «House salvava le vite, era una guaritore ma devo dire che House era uno stronzo, prendeva in giro tutti...». La tv ci ha abituati a vedere in faccia il dolore o la morte, privandoli del loro lato invisibile (dolore e morte sono «mancanza» di e per qualcosa), della loro verità. Ma se House si trasforma nell'angelo della morte, ecco che veniamo investiti dalla potenza del lutto. Il Dr House ha creato una letteratura: le sue diagnosi hanno generato articoli, libri, convegni, polemiche, hanno contribuito non poco a creare un'opera di largo consumo di sorprendente complessità narrativa e ricchezza tematica".
(Aldo Grasso, 05.07.2012)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

House ci mancherai...tanto

Anonimo ha detto...

Ma la canzone finale non è enjoy yourself di Louis Prima?

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