LA VITA E' UNA COSA SERIAL - C'è un limite ai telefilm in onda?
In tv ci sono troppi telefilm? La risposta affermativa e circostanziata è stata fornita da Gianluigi Paragone ai microfoni del programma di Radiodue "Un giorno da pecora". Paragone, per chi non lo sapesse, è sì il giornalista conduttore di "Ultima parola" su Raidue ma, quel che più conta in questo caso, è anche il vice-direttore della rete dove va in onda il suo talk-show d'approfondimento. Il fatto è che, a suo dire, "ci sono troppi telefilm su Raidue, che sembra Fox con un anno di ritardo e, se fossi direttore, non metterei tutti quei telefilm in palinsesto". Apriti cielo, con la risposta puntuale e precisa di Giorgio Buscaglia, responsabile della fiction di Raidue, a distinguere sulle serie in esclusiva e sui risultati ottenuti, "vincenti" sui competitor (si legga la risposta per esteso nell'Edicola di Lou di qualche settimana fa). Caso vuole che dopo l'esternazione di Paragone, "Desperate Housewives" sia traslocato da Raidue a Raitre e che il giornalista sia stato avvistato a colloquio con Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli per la poltrona di direttore di Raidue ("Dagospia" report). Ma siamo davvero sicuri che Paragone abbia torto? La domanda è provocatoria, ma proviamo per un attimo a decontestualizzarla, senza puntare l'indice su questo o quel network, semmai accendendo i riflettori sulla tv generalista. Giriamola così: e se ci fossero troppi telefilm scadenti e fuori tempo in onda, indipendentemente da quando e quanto vengano trasmessi? Nell'ultimo periodo, la realtà internazionale ha preso il sopravvento (due casi su tutti: Giappone e Libia). Meglio vedere in onda l'ennesima replica di "NCIS" o "CSI: Miami" oppure seguire un approfondimento sui rischi/vantaggi del nucleare? Certo, come direbbe il saggio, c'è spazio per entrambi, e poi dipende come venga confezionato lo spazio d'attualità, visto che parlare di sobria cronaca super partes è ormai diventata un'utopia generalizzata (e generalista!). Dal punto di vista più squisitamente contenutisco, invece, trovo che si stia profilando una dicotomia inedita, quantomeno nell'ultima decade. Ovvero che la realtà abbia superato i telefilm. Molti di questi, attualissimi non meno di un paio di anni fa, sembrano già "fuori sync". Nell'ultimo periodo erano le serie tv a raccontare passo passo, quasi in maniera maniacale, da telegiornale dell'anima, quanto succedeva là fuori, oltre la finestra. Ci ha avvisati "X-Files" nel 1993 che "la verità è la fuori". Oggi il quotidiano ha messo la quinta, la sesta, e ci ha sorpassati, ha superato qualsivoglia immaginazione. Mentre i nuovi telefilm (americani) guardano al passato o al fantastico, in attesa forse di leggere il futuro e incapaci al momento di leggere la realtà, sarebbe da "mad men" seguire un'ennesima replica de "La Signora in giallo", con l'assassino scoperto ormai centinaia di volte, mentre il fungo atomico dell'emergenza da "edizione straordinaria" divampa (assai più spaventevole di quello immaginifico di "Heroes"), vale la pena sacrificarne la (stra)visione per un portale d'informazione, tanto per sapere, ça va sans dire, se possiamo considerarci ancora europei (e se gli altri ci considerano tali). Il Paragone con la realtà è d'obbligo e non ha alcuna sceneggiatura già scritta.
(Articolo di Leo Damerini pubblicato sul Telefilm Magazine di Maggio)
lunedì 23 maggio 2011
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2 commenti:
grande!
anche se può apparire demagogico, è tutto vero...la maggior parte dei telefilm sulla generalista sono "vecchi" e sorpassati. E non è che quelli sul dgt o pay siano sta meraviglia, eh...!!!!
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