Pietro Taricone è partito dal basso. Da rasoterra. Dal "Grande Fratello" identificato con la tv-trash. Poi come una farfalla è diventato qualcosa di inaspettato: attore. Attore dichiarato. In realtà aveva già "recitato" nel GF: la parte del macho "se t'acchiappo te tronco", al pari dei colleghi del GF in Germania, Gran Bretagna, Spagna...secondo l'ormai nota sceneggiatura global del format.
Successivamente il miracolo: Muccino al cinema e, soprattutto, l'esordio in "Codice Rosso" (2006), dove era un pompiere più credibile di Alessandro Gassman (il "sorpasso" lo sottolineò pure Aldo Grasso). S'improvvisò attore senza tuta ignifuga, senza retaggi di buona dizione, senza la ricercatezza che talvolta rende "finti". Senza paracadute.
Ma è stato con "La Nuova Squadra" che Pietro è diventato più guerriero che mai, e non solo sul set. Quando ad una conferenza stampa di presentazione della nuova stagione si ribellò criticando la sceneggiatura di una serie che, benchè girata per le strade di Napoli, non prevedeva alcun riferimento all'emergenza spazzatura. Dichiarazioni che fecero sobbalzare il direttore di Raitre Ruffini che replicò che non era compito della fiction risolvere il problema e che spettava ai telegiornali parlarne. Fu in quel momento che Pietro spiccò il volo. Dalla spazzatura (trash) verso l'alto. Non il contrario.
2 commenti:
ben detto, complimenti
Troppo presto per morire, ma credo sia quasi sempre troppo presto per morire se si abbiano le possibilità e le capacità di vivere davvero. Ciao Pietro.
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