E' una strana stampa, bellezza. Al motto di "Pais che vai...", c'è da rimaner basiti almeno per due motivi. Il primo è quella boiata pazzesca di "Intelligence" - nonostante non sia telefilm quanto mini-serie - che qualche giornale ha inspiegabilmente lodato a dismisura. Basterebbe la scena in cui Bova-Bauer esce correndo a perdifiato con la collega dal rifugio spionistico ed entra in macchina sgommando, con i cattivi alle calcagna, anche loro lasciando chili di pneaumatici sull'asfalto e cozzando contro macchine in sosta, sparando come indiavolati per la città e sulla tangenziale. E l'eroe che guardando nello specchietto retrovisore, esclama: "Ci stanno inseguendo!". Ma vah! Dovevano far esplodere il Cupolone con te dentro per fartelo notare...Basterebbe quella foto in cui si mostra Bova-Bauer ritratto con la moglie da poco uccisa in quella che si presume sia una vacanza: una vomitevole operazione di photoshop che rasenta il collage, probabilmente dovuta al fatto che tutto il budget è stato speso nella scena iniziale in cui la truppa dell'eroe al centro delle vicende viene massacrata, proposta fino allo sfinimento (te credo che Bova-Bauer continua a sognarsela!). Basterebbe la scena del funerale della suddetta moglie photoshoppata, girata sotto il sole mentre diluvia: anche quell'azzeccagarbugli del colonnello Giuliacci sa che la meteo-stranezza possa avvenire, in Europa, solo in Bretagna, sulle scogliere di Dover o a Stoccolma quando gioca il Goteborg. Il secondo motivo, ma non in ordine d'importanza, riguarda l'ormai arci-mitologico pezzo di Giovanni Valentini su "la Repubblica" a proposito di "Angel" (rileggetevelo nell'Edicola di Lou con la magistrale risposta di Freccero). L'editorialista, assai esperto di questioni socio-politiche, è incappato in una reprimenda degna del Moige. Aldilà del fatto, non trascurabile, che il giornalista abbia visto probabilmente poche sequenze o una sola puntata del serial coi "buffy", aldilà del fatto che s'invochi la censura per un telefilm volutamente fumettistico (non osiamo spingerci nell'usare il termine "allegorico" con Valentini: non capirebbe), mentre all'ora di cena sulla prima rete del Servizio Pubblico vanno in scena pacchi milionari scavicchiati come nulla fosse alla faccia della gente che non tira la fine del mese, sorge spontanea una domanda. Ma se alla stessa stregua i giornalisti de "la Repubblica" (o di un qualsiasi altro giornale) sono abituati ad estrapolare sequenze, frasi, gesti da un contesto più generale, come ha fatto una delle firme più autorevoli del giornalismo moderno, dove andremo a finire? Se è questo l'uso giornalistico vigente, cosa credere delle vicende retro-governative delle Papi "Angels"? Sta di fatto che sempre "Repubblica" nei giorni seguenti al pezzo censorio di Valentini pestava un'altra mer...avigliosa "paperissima". Il quotidiano fondato da Scalfari affermava che un fotomontaggio - forse ad opera dello stesso autore di "Intelligence" - raffigurante il suo direttore Ezio Mauro in compagnia di due ragazze fosse andato in onda a "Striscia la notizia": in realtà il giornale era stato tratto in inganno da una didascalia di "Libero" che aveva pubblicato un ironico dossier distribuito alla conferenza stampa del tg satirico, contenente la foto in questione. "Repubblica", sollecitata dalla richiesta di precisazione da parte dell'ufficio stampa di "Striscia", chiedeva pubblicamente scusa per l'errore, ma intanto lo spagnolo "El Pais" riprendeva, a mò di sponda, la notizia (secondo la fallace versione de "la Repubblica"). Insomma, un marasma di vero, verosimile ed artefatto senza confini in cui il giornalismo non ne esce benissimo e rischia di far rimpiangere Lou Grant. Quest'ultimo, dopo esser stato in prima fila alla manifestazione per la Libertà di Stampa del 3 ottobre scorso, chiedendosi se fosse organizzata anche per combattere per la libertà di informare correttamente, ha inviato alla nostra rubrica le fatidiche 10 domande da porre a Giovanni Valentini.
1) Valentini, Lei ha mai guardato più di una puntata di "Angel"? Se sì, in che circostanze e con quali colleghi?
2) Ha mai fatto uso di sostanze stupefacenti? Se sì, con quali colleghi?
3) E' vero che il suo telefilm preferito è "Weeds", che tra l'altro è passato, seppur a notte fonda, su Raidue?
4) Chi pensa che sia Joss Whedon? A. Un giocatore di hockey neozelandese B. Un attore porno in disarmo C. Uno dei più rinomati autori telefilmici americani
5) Ha mai incontrato un vampiro? Se sì, in che giornale lavorava?
6) Preferirebbe uscire a cena con Sarah Michelle Gellar, Eliza Dushku o Concita De Gregorio?
7) Lei ha avuto l'onore di dirigere "L'Espresso". Ha mai pubblicato una donna semisvestita in copertina?
8) Può rassicurare il Paese che non permetterà che il suo articolo venga mai e poi mai pubblicato all'estero (USA in primis)?
9) Alla luce di quanto ha scritto, Signor Valentini, quali sono le sue condizioni di salute?
10) In vita sua, che Lei ricordi, ha mai portato i "buffy"?
(Articolo di Leo Damerini pubblicato su "Telefilm Magazine" di Novembre)
9 commenti:
questo pezzo è bellissimo!!!
Ottimo articolo: finalmente qualcuno che rimette le cose a posto contro certi scribacchini che scrivono senza sapere, col culo piantato sulla sedia...certa gente la rimanderei per strada a fare quel giornalismo che si faceva una volta, non quello di oggi, fatto di agenzie stampa, dove se uno scrive che la mela è di color nocciola, tutti lo scrivono senza verificare...a lavurà! altro che scendere in piazza per la libertà di stampa...è l'unica volta in cui i giornalisti hanno staccato i loro culoni dalla sedia!!!!!
finalmente!
grazie a nome di tutti noi fans
Eccezionale. Damerini, sei il nostro idolo!
SOTTOSCRIVO PAROLA PER PAROLA...GENIALE!
volevo complimentarmi per il magnifico pezzo e la presa di posizione: meno male che qualcuno si schiera...
Valentini era l'altra sera a Ballarò, di un pomposo incredibile...e cmq è meglio che si occupi di politica che di televisione...
strepitoso pezzo, da sottoscrivere davvero
Posta un commento