venerdì 19 settembre 2008

NEWS - "Coiffeur Ashwaq", l'ultima perla dell'Arabian Wave
Se in occidente le serie tv dettano la moda, nei Paesi arabi detteranno i valori. Lo abbiamo notato alla proiezione di "Arab Labour" all'ultimo Telefilm Festival e ce ne accorgeremmo sempre di più prossimamente. Per far riflettere le donne egiziane su discriminazione, diritti, violenza domestica e pari opportunita', l'Unione europea ha scelto un telefilm: "Coiffeur Ashwaq". L'intento è quello di mettere il vastissimo pubblico femminile, per venti minuti al giorno, di fronte ai problemi che troppo spesso sottovaluta o ignora. La sit-com e' ambientata nella sala d'aspetto di un salone di bellezza, dove transitano decine di donne dalle storie diverse. Ne è protagonista la proprietaria del salone - interpretata dalla nota attrice egiziana Mimi Gamal - la quale s'imbatte quotidianamente con donne di differenti classi sociali, spunto per le numerose situazioni ironiche. Ma dietro il divertimento, utilizzato come "specchietto per le allodole" per stessa ammissione degli sceneggiatori, si nascondono i temi piu' caldi che riguardano la donna e il suo ruolo nella societa' araba: la violenza domestica, i matrimoni forzati, il sessismo, le molestie, i divorzi. Sono assenti, invece, le questioni politiche e religiose, per evitare che qualche signora spenga la tv sentendo offesa la propria fede. Contemporaneamente alla messa in onda di "Coiffeur Ashwaq", i produttori hanno aperto anche un forum di discussione on line, frequentatissimo dalle appassionate della serie che si scambiano in tempo reale i commenti sulle puntate, fornendo alla community anche esperienze e consigli. Proprio quello che cercava la Commissione Ue quando ha deciso di attingere dal suo budget per produrre i 15 episodi della prima serie: raggiungere il pubblico femminile e creare un'interazione che assicuri un'ampia diffusione del messaggio. L'idea di utilizzare la televisione come veicolo di informazione sociale e' venuta ad un'organizzazione non governativa egiziana, Madev, che da anni realizza spot per le campagne di sensibilizzazione sui diritti delle donne e dei bambini. Stavolta l'intento e' coinvolgere un'audience piu' larga possibile, percio' la scelta e' caduta su un prodotto divertente e familiare. Con il successo dell'operazione non sono mancate tuttavia le polemiche. La squadra di sceneggiatori che ha scritto "Coiffeur Ashwaq" e' composta quasi esclusivamente da uomini, notizia che ha destato piu' di un malumore. Uno degli autori, Mohamed Ismail, ha però gettato acqua sul fuoco: ''E' vero, siamo uomini, ma viviamo in Egitto e quotidianamente assistiamo alla lotta delle donne arabe per affermare e difendere i propri diritti''. Le serie tv sono un fenomeno recente per il Cairo e per i Paesi arabi, che fino a pochi anni fa non avevano mai prodotto alcunchè, ma che da quando le hanno scoperte ne sfornano a raffica. L'apripista e' stato "Tamer e Shawqiya", andato in onda durante il Ramadan negli ultimi due anni con un successo mai visto prima di allora, a cui ha fatto subito seguito "Ragel wa sit Settat", trasmesso su tutte le tv arabe satellitari, mentre e' in arrivo "Abbas wi Inas", sui problemi di coppia durante il primo anno di matrimonio.

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