Showtime fa sogni in grande e forte del successo cult di "Dexter" (anteprima "TF") si permette di viaggiare in flashback. "The Tudors" è probabilmente il progetto più ambizioso del network ed è già stato etichettato dai critici come "una via di mezzo tra 'Roma' e 'I Soprano'". Con il volto espressivo di Jonathan Rhys Meyers sotto la corona inglese di Enrico VIII, la serie si apre con un colpo di scena dopo l'altro: solo nei primi 15 minuti, il protagonista regale affronta la morte dello zio, dichiara guerra alla Francia e stropiccia le lenzuola di due damigelle. "Il regno di Enrico VIII è una delle più grandi soap-opera di tutti i tempi", dichiara soddisfatto Robert Greenblatt, presidente di Showtime. Quello che Greenblatt non dice è che in realtà la saga dei Tudors servirebbe a rompere gli argini della rete e a far concorrenza al moloch HBO sul piano della qualità/diversità dei prodotti. "Avremmo potuto mettere in scena un personaggio simile a Dexter, più attuale e meno controverso, ma la nostra filosofia è quella di diversificare l'offerta, anche prendendoci rischi e andando verso soluzioni costose e impegnative". Prova ne sia che Showtime abbia investito ben 8 milioni di dollari in marketing e comunicazione per il lancio della serie su Enrico VIII che arricchirà un pacchetto formato, oltre che da "Dexter", anche da "Weeds", "Sleeper Cell", "Brotherhood" e "Huff", quasi tutti in calo sensibile di ascolti e comunque bisognosi di una "storica" spinta verso l'alto.
(Articolo di Leo Damerini pubblicato sul "Telefilm Magazine" di Maggio)
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Lo ha acquistato qualcuno?
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