giovedì 15 marzo 2007

FLASHBACK - Bentornati a "Twin Peaks" - Sesta tappa nel cuore dark di David Lynch
A cura di Elena Palin

La dimensione del segreto

In Italia il serial di Lynch e Frost viene trasmesso con il titolo “I segreti di Twin Peaks”. Viene riconosciuta infatti come fondamentale la dimensione del segreto sia a livello di costruzione dell’intrigo, sia a livello di strategia discorsiva. Ciò risulta evidente se si passano in rassegna gli articoli dell’epoca e i promo lanciati dai quotidiani e dalla tv prima dell’uscita del telefilm.
La scelta del titolo e l’uso che ne fecero i mass media si può definire azzeccato poiché uno degli inviti testuali forti istallati dal testo riguarda proprio la ricerca cognitiva. Questa ricerca viene espressa tematicamente in termini di investigazione: per le prime dodici puntate una domanda- chi ha ucciso Laura Palmer?- si mantiene al centro dell’attenzione. Da un lato questa domanda rappresenta un punto di convergenza in quanto simbolo della posta in gioco finale, dall’altro viene coinvolta all’interno di un movimento centrifugo che vede un allargarsi del segreto stesso e l’emergenza di segreti paralleli.[1] Quanto più l’investigazione ottiene informazioni, tanto più il segreto si approfondisce e la soluzione si allontana. Esso non è solo l’antagonista e la motivazione della ricerca cognitiva, ma diventa il modo stesso dell’investigazione. L’agente Cooper, infatti, si serve di poteri misteriosi e segreti professionali. mentre le investigazioni parallele degli altri personaggi sono condotte in segreto.
Il segreto viene tematizzato prevalentemente in tre luoghi: innanzitutto all’interno della vicenda dell’omicidio di Laura Palmer; successivamente nelle coppie, legate sempre a e da un segreto; e, infine, intorno ad alcuni personaggi come la donna del ceppo, l’uomo da un braccio solo, e lo stesso agente Cooper.[2] Lo spettatore, quindi, si ritrova man mano a condividere ricerche, scoperte e congiure. In particolare, la scelta del titolo e le modalità di discorsivizzazione della stampa insistono sulla presenza di un’investigazione spettatoriale del tutto autonoma. Egli viene infatti messo in condizione di vedere cose delle quali nessuno degli altri protagonisti è a conoscenza, anche se non si tratta di una posizione di onniscienza.
L’investigazione, infatti, non viene condotta a termine tramite un processo lineare, ma, anzi, da un segreto accentratore si passa ad un decentramento centrifugo che si esplica nella presenza straniante dell’occulto, del segreto celato e dissimulato. Con l’avanzare delle puntate, tale espansione investe la posizione dello spettatore, rendendola instabile. Egli si ritrova costretto a dover ammettere informazioni tra loro stridenti e a tentare di cumularle con il sapere acquisito lungo la narrazione. Queste scosse violenti alla credenza del telespettatore possono essere anche lette come una progressiva sovversione o un gioco altalenante di generi. Potremmo dire che dal giallo di detection arriviamo allo strano (rimanendo nel registro realistico), passando poi per il fantastico strano (soprannaturale spiegato), e infine nel meraviglioso puro fantascientifico[3]. A questo punto, però, l’aprirsi della posta in gioco (scoprire chi ha ucciso Laura Palmer) al mistero e all’occulto incrinano la possibilità di un punto di vista integratore dello spettatore, che sfocia in una sensazione di spaesamento cognitivo. Ed anche i mass media patiscono la stessa sensazione poiché, davanti a un non apparire dell’essere (mistero) e ad un essere del non apparire (occulto)[4] è preclusa ogni forma di discorsivizzazione.

(Vedi anche Post precedenti: 11-19-26 gennaio, 3-9 febbraio)

[1] P. L. Basso, O. calabrese, F. Marsciani, O.Mattioli, “Le passioni nel serial televisivo”, VQPT
[2] Ibidem
[3] Todorov ,1970
[4] A. J. Greimas- J.Fontanille, “Sémiotique des passions”, Seuil, Paris 1991

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sempre molto interessante, grazie

M-Agnès ha detto...

La musica è indimenticabile e David Lynch è un grande.
grazie Léo, molto interessante.

Marie.

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