PICCOLO GRANDE SCHERMO - Al via da oggi una rubrica di recensioni sui film con protagonisti e riflessi telefilmici. Si inizia con "Pulse" con Kristen Bell ("Veronica Mars"), Ian Somerhalder ("Lost") e Ron Rifkin ("Alias")
Prosegue il pallino di Wes Craven con gli incubi (leggi "Nightmares") che arrivano dai mezzi di comunicazione. Dopo la tv ("Sotto shock", 1989) e il telefono ("Scream", dal 1997), è la volta dei computer e della tecnologia wireless. In seguito al suicidio del suo amico Josh, la giovane studentessa Mattie Webber (Kristen Bell) inizia ad indagare sull'accaduto e sulle ragioni della tragedia. Lungo una catena di suicidi apparentemente inspiegabili, Mattie troverà un alleato nel bel Dexter McCarthy (Ian Somerhalder), tra una pippa psicanalitica e l'altra del Dottor Waterson (Ron Rifkin). Alla fine si scoprirà che per ogni virus (telematico) c'è un antidoto. E se si parla di bluetooth e teconologia wireless, basta scoprire dove non c'è campo per mettersi in salvo. L'idea della pellicola in realtà non è originale ma ripresa-remake del film giapponese "Kairo", diretto da Kiyoshi Kurosawa nel 2001, anche se il debito maggiore va attribuito a "The Ring". Proprio la somiglianza con la pellicola con Naomi Watts del 2002 - a sua volta remake di una pellicola "made in Japan" - aveva bloccato l'impegno nelle vesti di regista di Craven, in seguito dirottato alla sceneggiatura e con il giovane Jim Sonzero dietro la cinepresa a colpi di riprese da videoclip. A farne le spese è un film scostante e scollato che prevedibilmente ha risentito dei cambi in corso durante la lavorazione. Ad esempio rimane insoluta la spiegazione del motivo per il quale le creature nate on line non si paventino alla vista di uno scotch rosso (sangue) disteso su porte e finestre. La Bell e Somerhalder fanno il loro meglio, anche se sembrano una translazione - anzi, una connessione senza fili - dei rispettivi personaggi telefilmici. Lo zampino del cineasta re dell'horror si sente però nella scena cult del film, quella che meno c'entra con i pericoli derivanti dal wireless: basta una semplice lavatrice e uno scantinato desolato con la luce che viene e che va per mettere più paura che in tutto il resto della pellicola.
Giudizio: * 1/2
lunedì 11 settembre 2006
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3 commenti:
fin troppo generoso!
io gli darei 6 e mezzo
D'accordo con te.
Peccato che ho "PULSato" solo gli ultimi 10 minuti di pellicola!
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