venerdì 12 maggio 2006

SGUARDO FETISH - Quella sua maglietta fina...Flashback a Miami, dove Sonny Crockett lanciò la moda della T-shirt sotto la giacca e divenne un'icona pop degna di Flaubert
Sono lontani i tempi in cui indossare una maglietta fina era solo una moda e non comportava attentati ad ambasciate o dimissioni ministeriali. Stiamo parlando della metà degli anni '80, quando furoreggiava "Miami Vice" che, oltre ad essere specchio da incorniciare dell'edonismo reaganiano, avrebbe fatto felice Gustave Flaubert, per il quale "la vanità è alla base di tutto e anche ciò che chiamiamo coscienza non è altro che vanità interiore". Ne abbiamo accennato anche nel Bollettino di questo numero, ma da veri feticisti ci ritorniamo in vista dell'uscita, a luglio, del film tratto dal serial cult del 1984. Chi non è milanese non può capire cosa volesse dire darsi appuntamento in centro davanti a Fiorucci negli anni '80. Ancor di più: trovarsi davanti al negozio che metteva in vetrina le stesse T-shirt che Don Johnson-Sonny Crockett sfoggiava, con tanto di fondina ascellare, nel serial girato nella "capitale del sole" americana. In realtà, il più delle volte, non era un appuntamento per andare da altre parti: si rimaneva incollati al vetro (taluni con la lingua) a desiderare di essere come lui partendo da una T di cotone. La Ferrari, il coccodrillo parcheggiato sullo yacht, le belle donne tra cui sembrava mega-figa anche una tappa come Sheena Easton, le guest-stars di passaggio come David Bowie o Miles Davis, i paesaggi esotici...tutto poteva essere nostro alzando le braccia al cielo per indossare meglio le mitiche T-shirt color pastello che Sonny portava con nonchalance direttamente sotto la giacca. Roba che se uno oggi lo volesse imitare sarebbe internato insieme ai Kajagoogoo come punizione. Eppure all'epoca si partiva da Fiorucci con queste magliette le cui maniche dovevano obbligatoriamente essere più corte del normale, a metà strada tra quelle tagliate di Leroy in "Saranno famosi" e quelle arrotolate di Miguel Bosè nel video di "Super Superman". Il colore poteva variare, nelle tinte pastello, dal rosino all'azzurrino, dall'arancino al giallino. Sopra, una giacca preferibilmente di lino anche in pieno dicembre. Per la sera, ottimo il finto lamè argentato che faceva risaltare i raggi di luna sulle acque torbide dell'Idroscalo. Era considerata da applauso l'abbinata T-shirt rosa sotto giacchetta azzurra: passati davanti al Bar "Le Tre gazzelle", a metà di Corso Vittorio Emanuele, si rischiava di dover firmare autografi. Non trascurabili gli altri dettagli del MiamiVice-style. Pantaloni con le pinces senza cintura e, dulcis in fundo, mocassini bianchi splendenti senza - ripetiamo SENZA - calzini. Per la barba di due giorni, considerata condicio sine qua non per uscire di casa senza essere irrisi, i glabri ricorrevano alle magie della matita stemperata. Visto che i più non potevano permettersi il Ferrari come Sonny, era assolutamente da evitare il metrò per arrivare in centro, considerata la probabile sverginatura dei bianchi calzari immacolati nelle carrozze stipate. Gente che partiva dalla periferia a piedi alle 6 di mattina per non "tradire" lo status di simil-Sonny. I più furbi si portavano tutto il necessaire in valigia e si cambiavano da Burghy, l'antenato di McDonald's. I più vanitosi invece optavano per ancorarsi al cabriolet dell'amico, in modo da arrivare con pettinatura cotonata alla George Michael ai tempi di "Careless Whisper". Riuscirà Michael Mann a ricreare su grande schermo quelle atmosfere, quei ricordi, quel fanatismo? Dubitiamo non tanto per la bravura indiscussa del regista allora produttore factotum del serial-cult, quanto per la melanconia di essere cresciuti noi. I mocassini bianchi si sono inevitabilmente sporcati. Nella stessa Miami dove Sonny vestiva alcuni suoi capi (insieme a quelli di Ungaro e dello stesso Fiorucci), Versace ha trovato tragicamente la morte. Vuoi mettere la T-shirt sotto la giacca con la moda dei piercing all'ombelico, dei collettoni delle camicie d'oggi che rasentano i 20 centimetri, delle sneakers anche sotto il gessatino sugli scalini della Borsa di Milano? A pensarci bene, forse è meglio il piercing, ma la coscienza - la "vanità interiore" di Flaubert - di essere diventati maturi, opprime come una macchia di ragù sulla maglietta bianca portata direttamente sotto la giacca. Nella nostra fondina ascellare, ormai, solo ricordi sparati a salve.
(Articolo di Leo Damerini tratto da Sguardo Fetish, apparso sul "Telefilm Magazine" di Maggio)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

era esattamente così! Mi hai fatto rivivere quell'epoca...Mio dio, come sono invecchiatooooo!

Anonimo ha detto...

Splendido articolo commemorativo...complimenti all'autore!

Anonimo ha detto...

Molto ben scritto il pezzo, anche se le maniche della maglietta a volte erano tagliate del tutto!

Anonimo ha detto...

Anche io ero fans della serie, non vedo l'ora di vedere il film. Don Johnson ci sarà in una breve apparizione?
Mario

Anonimo ha detto...

Siete sicuri che MIAMI VICE esca a luglio in Usa?
Qundi da noi a settembre?

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