lunedì 18 febbraio 2019

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
In "The First" un Sean Penn intimista ai confini dello spazio
"'La nostra macchina ci ha tradito». Nell'anno 2033, in un futuro in cui il riconoscimento vocale è pratica quotidiana e ha ormai sostituito anche le azioni più banali, la prima missione umana su Marte va storta e provoca la morte di cinque astronauti. Di fronte alla tragedia e alla riconosciuta imperfezione delle macchine, davanti all'imprevedibilità del destino, Laz Ingram, responsabile della società aerospaziale Vista, che gestisce le operazioni, è intenzionata a proseguire. Per farlo, è pronta a chiedere la disponibilità di Tom Hagerty (un brillante Sean Penn), ex comandante che aveva seguito alla tv la morte in diretta dei suoi amici astronauti. «The First», una coproduzione statunitense e britannica che segna l'esordio di Sean Penn nella serialità televisiva (percorso ormai comune a diverse star del cinema hollywoodiano), affronta il tema classico della conquista dello spazio da un punto di vista del tutto peculiare (TimVision). L'immaginario principe della fantascienza, infatti, lascia spazio da un lato a toni più intimisti, dove s'intrecciano i tormenti psicologici dei protagonisti, con i loro drammi, paure, vicissitudini famigliari complicate e, dall'altro, scivola verso aspetti politici, con i responsabili del disastro chiamati a sfilare davanti alla commissione del Congresso. Del resto, ideatore e sceneggiatore di alcuni episodi della serie è Beau Willimon, il creatore di «House of Cards», di cui si nota l'impronta nella caratterizzazione profonda dei personaggi sin dalle prime battute. «The First» vuole piuttosto far riflettere sui limiti dell'umano («Tu non vuoi toccare Dio, ma vuoi essere Dio», dice Hagerty-Penn) e sui legami famigliari come strumento di salvezza e libertà di fronte a ciò che non conosciamo e ci fa paura. II tutto in un crescendo emotivo che viene ben accompagnato da una colonna sonora riuscita, firmata da Colin Stetson". (Aldo Grasso)

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