mercoledì 28 novembre 2018

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri

CORRIERE DELLA SERA
Con "L'amica geniale" le serie tv superano i libri da cui sono tratte
"L'amica geniale, il caso editoriale della «misteriosa» Elena Ferrante, è ora una serie tv che racchiude i quattro libri dove si narra la storia di Lila e Lenù, prima bambine, poi adolescenti, seguite tra le quinte di un rione miserabile della periferia napoletana e, in seguito, pedinate nell'intreccio polifonico della vita adulta. Tra digressioni fascinose, anse maestose e realiste, deviazioni fulminee, veniamo irresistibilmente catturati da una narrazione che possiede, insieme, una prodigiosa potenza pittorica (irriproducibile dalla parola) e un'attenzione ai battiti più riposti: Lenù Greco (Margherita Mazzucco) e Lila Cerullo (Gaia Girace) sono le migliori amiche e le peggiori nemiche. L'una è il doppio dell'altra, ma anche il suo opposto, la sua parte mancante. Prodotta da Hbo-Rai Fiction con Wildside, Fandango e Timvision, la serie diretta da Saverio Costanzo, che firma anche la sceneggiatura con Laura Paolucci, Francesco Piccolo ed Elena Ferrante (chiunque essa sia), è trasmessa dai Rai1 (il martedì, ore 21.25), e resa disponibile sulle piattaforme di Timvision e Raiplay. La fiction italiana ha finalmente raggiunto quel grado di maturità che da tempo auspicavamo? Si, la violenza, la tragicità, l'amicizia, l'ironia, la rabbia, lo stupore, i sentimenti tutti che qui contrappuntano questo dramma delle emozioni affondano nella concretezza delle cose, per essere poi riscattati da una scrittura sontuosa che libera i personaggi dal determinismo che incombe sulle loro «vite minuscole». Con nitore formale, come solo Rossellini sapeva fare, caricando di pensieri imperscrutabili, metafisici le figure neorealiste che entravano nel suo obiettivo. Che strano, in Romanzo criminale, in Gomorra, in L'amica geniale l'uso diffuso del dialetto non preclude una distribuzione internazionale. E poi, mistero dei misteri, le serie sono più belle dei libri da cui sono tratte". (Aldo Grasso

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