lunedì 9 aprile 2018

L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
"Trust" vola tra riferimenti alti e cadute soap
"La notte del 10 luglio 1973 scompare a Roma John Paul Getty III, nipote del ricchissimo petroliere inglese. John Paul ha 16 Janni, è un ragazzo con i capelli lunghi e l'aspetto trasandato. I giornali dell'epoca lo descrivono come un hippie che frequenta nightclub e manifestazioni di sinistra. Per guadagnarsi da vivere, vende per strada piccoli gioielli, dipinti creati da lui e fa la comparsa a Cinecittà. E un caso che per cinque mesi rimane sulle prime pagine di tutti i giornali italiani e culmina in un gesto macabro: i rapitori tagliano l'orecchio destro dell'ostaggio e lo inviano a un giornale per convincere la famiglia a pagare il riscatto. II nonno del giovane è ricchissimo, si dice che potrebbe pagare le tasse degli ultimi dieci anni di tutti gli italiani. I suoi averi sono valutati 1.000 miliardi di lire e il patrimonio delle sue compagnie petrolifere è di 3.000 miliardi. Creata da Simon Beaufoy, Danny Boyle e Christian Colson (i tre di The Millionaire), la serie Trust. Il rapimento ripercorre queste vicende nei toni della saga familiare, tra riferimenti alti (non può mancare Shakespeare) e cadute soap (giusto pensare a Dallas e a Dynasty, ma non a una storia rappresentata «in maniera barocca e volutamente volgare come fosse una telenovela anni Settanta», come goffamente è stato scritto). A dirigere i primi tre episodi lo stesso Danny Boyle, mentre la regia di uno degli episodi ambientati nel nostro Paese è stata affidata a Emanuele Crialese (Sky Atlantic, mercoledì, 21.15). Tra lezioni di old economy ed esercitazioni bunga bunga ante litteram, il «vecchio» Donald Sutherland si dimostra in grande forma: «I Getty e la regina d'Inghilterra non hanno mai contante». Curiosamente, Trust esce a pochi mesi di distanza da Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott basato sulla medesima vicenda, con Christopher Plummer ingaggiato all'ultimo per sostituire Kevin Spacey". (Aldo Grasso)

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