CORRIERE DELLA SERA
Con "Le Bureau" spy-story tesa e stringente
"Il titolo francese della serie «Le Bureau des Légendes» evoca un particolare ufficio della Dsge francese (Direction générale de la sécurité extérieure, la Cia francese) composto da agenti cui viene assegnata una falsa identità e che per lungo tempo vivono in Paesi stranieri con l'obiettivo di trovare fonti affidabili. Basata su testimonianze reali di ex spie francesi e ispirato a eventi contemporanei, la serie racconta la storia di un uomo, Guillaume «Malotru» Debailly (interpretato da Mathieu Kassovitz) funzionario dell'intelligence che torna a Parigi dopo sei anni vissuti a Damasco sotto copertura (Sky Atlantic, lunedì, ore 21.15). Con «Le Bureau — Sotto Copertura», anche i francesi scoprono il fascino della lunga serialità. Con un budget ridotto rispetto agli americani, ma con tutte le caratteristiche produttive che l'impresa richiede: ruolo dello showrunner, sceneggiatura internazionale (piccolo particolare: sui computer si vedono le scritte in inglese: un colpo al cuore allo sciovinismo d'Oltralpe), estrema accuratezza della ricostruzione e della recitazione. Per la cronaca, in Francia siamo già alla seconda stagione. Non so francamente quanto regga il paragone con «Homeland», ma anche qui l'intreccio fra la psicologia dei protagonisti e la spy story è il nucleo centrale attorno a cui ruota tutta la narrazione. Al suo rientro a Parigi, «Malotru» si trova a dover fare i conti con la normalità, con il suo passato (un passato abitato da una figlia e da un'ex moglie), soprattutto con il suo presente (l'inserimento nell'ufficio e la relazione con una bella e sfuggente amante siriana). La parte più interessante è proprio questa. Abituato a vivere sotto copertura, sotto mentite spoglie (la sindrome dell'infiltrato), Guillaume «Malotru» fatica a ritrovare la propria identità, a spogliarsi di una sorta di «legge dell'onnipotenza». Il racconto è teso, ricco e stringente insieme". (Aldo Grasso)
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