giovedì 26 gennaio 2017

LA VITA E' UNA COSA SERIAL - Addio a Mary Tyler Moore, la regina delle comedy. E' stata l'apripista per "Sex and The City", "Desperate Housewives", "Ally McBeal"...
Diciamocelo, senza di lei Carrie Bradshaw di 'Sex and the City' sarebbe nata più tardi. E anche la più spregiudicata Samantha Jones. Le 'Desperate Housewives' sono andate a ripetizione da lei, così come 'Ally McBeal' le deve molto dei suoi tic e manie a puntate. La scomparsa di Mary Tyler Moore, regina delle comedy come solo Lucille Ball, lascia nel contempo un vuoto e molte eredi. Seriali, s'intende. Vincitrice di ben 6 Emmy Awards, oltre che candidata all'Oscar per il film "Gente comune" di Robert Redford, Moore ha lasciato il segno nella tv americana (e non solo) grazie alla sit-come intitolata in suo onore, 'Mary Tyler Moore Show', in onda dal 1970. Sì, perché era lei l'istrionica attrice che dava vita alla rivoluzionaria protagonista proto-femminista senza sapere di esserlo - e per questo insicura quanto sussultante di orgoglio - perennemente single insoddisfatta a Minneapolis. Mary Richards lavorava come assistente produttore al telegiornale di una rete privata frequentata da gente strana (un gelido produttore, un nevrotico redattore, un meteorologo fuori di testa, tra gli altri). Ma era lei, Moore-Richards, a dettare tempi e battute. I riflettori erano tutti suoi, tant'è che l'attrice oltre ad esserne interprete, firmava la sit-com vincitrice di 29 Emmy Awards (di cui 6 a lei) con la sua casa di produzione, la MTM (iniziali del suo nome). Quando la CBS accettò di mandarla in onda dovette firmare un contratto in cui si lasciava piena indipendenza alla Moore (e al marito Grant Tinker, co-intestatario della casa di produzione) sull'ideazione, sceneggiature, scelta del cast (solo attori sconosciuti) e sul budget. Se la bibbia tv Usa 'Entertainment Weekly' ha eletto 'MTMS' quale 'show di prima serata più importante della storia della tv americana' lo si deve al fatto che Mary Richards è diventata un'icona indimenticabile, ancor oggi imitata e inimitabile. Non più giovanissima, si trovava ad affrontare la vita da sola in un mondo che alle donne concedeva ben poco (un tema ricorrente della tv anni '70); il suo atteggiamento era fiducioso, ottimista, gentile, accomodante, disponibile; il suo unico desiderio era non contraddire gli altri, non creare complicazioni, adattarsi; diceva di essere 'una che prima di andare dal parrucchiere si fa lo shampoo'; da un lato era come l'uomo avrebbe voluto la donna dopo il trauma del femminismo, dall'altro accettava l'indipendenza che la società le imponeva e si sforzava di farla diventare parte del proprio carattere. Combattuta come pochi personaggi femminili fino ad allora, Mary viveva sulla propria pelle le contraddizioni del periodo. La sua figura non era propriamente comica. 'Il mio forte non è essere buffa', diceva Mary Richards, 'è reagire in modo buffo alle cose che mi stanno attorno'. Un episodio della serie è stato scelto come il migliore di tutti i tempi in una Top 100 redatta dal popolare 'Tv Guide': nella puntata si deve commemorare la morte di un clown che faceva show per la tv; né il produttore che il redattore colleghi di Richards riescono a trattenersi dal fare battute sarcastiche e macabre sulla sua morte (il clown era travestito da nocciolina ed era stato schiacciato da un elefante), con grande imbarazzo di Mary; durante il funerale, tuttavia, è proprio quest'ultima che si mette istericamente a ridere; il prete la consola dicendo che probabilmente era proprio così che il pagliaccio avrebbe voluto essere ricordato; a questo punto Mary scoppia in un piano irrefrenabile…Addio Mary, convinti che lassù un clown travestito da arachide ti allieterà la dipartita. (Leo Damerini)

1 commento:

nanni ha detto...

RIP! Per sempre indimenticabile!

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