NEWS - Auditel, fatti da parte. Nielsen pronta a lanciare la "total audience" (tutti i device e ogni piattaforma, non solo la tv)
Articolo tratto da "Italia Oggi"
Prima
c'era la misurazione degli ascolti televisivi tradizionali, poi è
arrivata quella degli utenti online, ma separate. Alla fine, però, si
arriverà a un'unica audience, la total audience, perché chi guarda X
Factor o l'Isola dei famosi ormai lo può fare in modi diversi e non
soltanto davanti al piccolo schermo. Una partita su cui sta scommettendo
Nielsen, che negli Stati Uniti ha già preparato l'impianto per la total
audience. Entro quest'anno, spiega in questa intervista Megan Clarken,
presidente product leadership di Nielsen che a livello internazionale si
occupa del progetto, la società di ricerche di mercato porterà anche in
Italia tutte le componenti della total audience, anche se il lancio
effettivo dipenderà dalle mosse di Auditel ed eventualmente di Audiweb.
La partita perciò sarà su più fronti: Nielsen sta rilanciando per
restare la società di riferimento nella rilevazione delle audience ma
avrà la minaccia di nuovi concorrenti e in un momento in cui nel nostro
Paese deve affrontare sfide e grattacapi: la gara Audiweb di cui finora è
stato fornitore, l'ampliamento del panel Auditel ma soprattutto il
problema nato proprio con la fuoriuscita di dati sui panelisti lo
scorso ottobre e che ha portato la rilevazione a essere sorvegliata
speciale.
D. Cosa misurerà la total audience?
R. Gli attuali rating (la
misurazione degli ascolti, ndr) rispecchiano sempre meno l'audience
effettiva dei programmi. Si limitano a una serie di regole definite
dall'industria, alcune vecchie di 10 anni, si misurano gli ascolti in un
determinato periodo o su un dispositivo specifico. Oggi le audience
guardano i programmi in qualsiasi momento e in qualsiasi tipo di
dispositivo. Proprio per questo Nielsen ha ampliato le sue misurazioni
su tutti i device e piattaforme e su tutti i modelli pubblicitari.
D. Si
parla solo della tv?
R. No. La total audience si
focalizza sul tipo di contenuti: video, audio, testo o display. Chiunque
compete per la raccolta potrà usare lo stesso linguaggio paragonabile
quando vende la propria pubblicità. Così che Yahoo, per esempio, potrà
usare lo stesso linguaggio di Sky quando parla di audience sui video.
D.
Quindi si misurano i singoli contenuti laddove vengono guardati?
R.
Questo è il primo elemento della total audience: la misurazione del
consumo dei media nelle diverse piattaforme e con i diversi device e
attraverso i differenti modelli di advertising: tradizionale lineare,
digitale dinamica, modelli su abbonamento senza pubblicità. Tutto in
modo raffrontabile. E la misurazione delle pubblicità sarà separata
dalla misurazione dei contenuti.
D. Perché?
R. Nel corso del tempo ci saranno sempre meno relazioni tra
programmi e advertising. La pubblicità che vedo io non è la stessa che
vede lei guardando lo stesso contenuto online o anche con la televisione
nei dispositivi che lo consentono. Così da una parte produciamo il
cosiddetto Total content rating per i contenuti e dall'altra un Total ad
rating per la pubblicità. 11 primo serve per pianificare, il secondo
per misurare post acquisto le inserzioni.
D. La rilevazione della tv
lineare è la stessa?
R. Si, i rating televisivi tradizionali restano gli
stessi: da 1 fino 35 giorni abbiamo i risultati per la tv tradizionale,
mentre per il digitale andiamo anche oltre nella misurazione,
teoricamente all'infinito.
D. Due anni per il progetto, ora a che punto
siete?
R. Abbiamo completato la creazione dell'architettura della total
audience, l'infrastruttura. La fase successiva è misurare il digitale
dei broadcaster, per fare questo gli editori devono incorporare il
nostro software.
D. Il lancio commerciale?
R. Negli Usa gli operatori
devono appunto adottare il software e abituarsi ai dati. L'ideale per
noi è che nel 2017 i dati abbiano portato a un'evoluzione dell'attuale
sistema di rating. Nell'internazionale proseguiamo per gradi e lavoriamo
con i joint industry committee (Auditel e Audiweb in Italia, ndr) in
ciascun mercato, per fornire i dati rispettando i loro requisiti.
D. In
Italia cosa accadrà?
R. Abbiamo molti dei pezzi che possono fornire la
total audience. Porteremo il Digital content rating a fine anno e
potremmo mettere insieme questi pezzi. Anche qui però lavoriamo in
stretta collaborazione con i joint industry committee per fornire i
servizi così come richiedono. Riconosciamo che sul mercato italiano ci
sono gli stessi problemi di frammentazione della visione sui dispositivi
digitali.
D. Come è possibile mettere insieme il lineare col digitale?
R. Per il digitale semplicemente catturiamo le visioni con i tag
inseriti nei contenuti (etichette digitali, ndr): sappiamo quale video è
stato visto e l'identificativo del dispositivo attraverso cui è stato
visto. Poi mandiamo questo identificativo al nostro partner di terze
parti, Facebook negli Usa e nella maggior parte degli altri mercati.
Facebook ci invia dati sull'età e sul sesso del possessore del
dispositivo che noi correggiamo grazie ai panel del mercato tv e
digitale. Da li possiamo allineare l'audience in base a quanto
estrapoliamo anche dal panel.
D. Il panel è considerato un metodo
vecchio e per giunta i problemi in Italia hanno riguardato proprio il panel. Non si
prescinde?
R. Il panel viene usato per correggere le problematiche dei
big data. Per esempio Facebook non ha bambini e quindi il panel fornisce
i dati dei bambini. Non è in grado di identificare se il device è dato a
un altro membro della famiglia per guardare un video. Per esempio,
Facebook ci dice che un determinato device è usato da un uomo di 35
anni, ma non vede i dati sull'esposizione media, noi ci accorgiamo che
quel programma era Spongebob Squarepants: quell'utente era in realtà una
ragazzina di 10 anni e non un uomo di 35.
D. Però così vi legate a un
grande player della rete. La critica è che non c'è indipendenza.
R. La
nostra relazione con Facebook è semplicemente un abbinamento di dati:
età-sesso. Ciò su cui noi ci concentriamo è di assicurarci di utilizzare
dei provider che ci aiutino a fornire i dati di più elevata qualità per
il mercato.
D. Non siete gli unici, però, a muovervi sulla total
audience. Anche Comscore negli Usa ha annunciato di lavorarci e in
Italia si sta espandendo.
R. Crediamo che il mercato richieda
misurazioni indipendenti e noi attualmente siamo l'unico provider
indipendente. Poi per fare la total audience devi avere accesso o essere
il fornitore di misurazioni line-rari tradizionali (quelle televisive,
ndr), altrimenti conosci solo un lato, il digitale. E importante per noi
fornire la total audience in mercati in cui abbiamo accesso o forniamo
il servizio di misurazione lineare. Ecco perché il mercato italiano è
adatto a questa misurazione di Nielsen.
martedì 15 marzo 2016
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