NEWS - Netflix in Italia tra un mese: ma sarà vero business? Le incognite di rischio: la banda larga, il costo del doppiaggio e la poca popolarità delle serie tv
Articolo tratto da "Il Sole 24 ore"
Netflix
arriva in Italia tra un mese, ma sarà una vera sfida farne un business
soste-nibile. E non solo perché- come si dice da tempo- gli abbonati
banda ultra larga (o almeno Adsl io Megabit) sono troppo pochi. In
realtà il mercato italiano è molto particolare: è presidiato da
concorrenti internet tv che per altro hanno prezzi di ingresso inferiori
a quelli annunciati da Netflix ed è cannibalizzato da un'offerta
gratuita molto ricca, sul digitale terrestre. Per giunta, «da noi solo
il caldo giustifica appieno l'acquisto di un abbonamento tv; i film fanno
solo da companatico e le serie tv non sono così popolari come negli
Usa. La maggior parte degli italiani può benissimo aspettare pervedere
gratisgli episodi su digitale terrestre», spiega Carlo Alberto Carnevale
Maffè, docente dell'universita Bocconi di Milano ed esperto di intemet
tv. Netflix potrebbe contare sui contenuti di propria produzione per
distinguersi, ma anche per questo ilmercato italiano è particolare:
Netflix ne ha già ceduto in esdusiva due: la serie Orange is the new
Black a Mediaset e House of Cards a Sky. Tutto lascia pensare insomma
che «Netflix proverà l'ingresso in Italia con grande prudenza e bassi
investimenti, per non rischiare troppo», dice Maffè. Ecco perché, a
quanto risulta, Netflix ha scelto di non salire a bordo della Content
delivery network di Telecom Italia (una rete specializzata che avvicina i
contenuti all'utente finale). L'hanno fatto invece i concorrenti Sky e
Mediaset, che quindi potrebbero essere ulteriormente avvantaggiati. «Il
problema di Netflix sarà gestire la propria struttura dei costi a fronte
di un numero di clienti che rischia di essere troppo basso», riassume
Maffè. «I costi di nazionalizzazione possono essere troppo alti per il
mercato italiano, troppo piccolo. D'altro canto, se Netflix rinuncia al
doppiaggio rischia di non costruire mai una sufficiente base clienti: un
paradosso di difficile soluzione- dice Maffè. Dovràvalutare se ci sono
abbastanza utenti disposti a seguire i contenuti in lingua originale. lo
temo siamo pochissimi».
A questo si aggiungono i costi di distribuzione dei server e l'acquisto
di banda o delle Content delivery network (Cdn) degli operatori. Netflix
le utilizza in molti Paesi (in Brasile usa quella di'T'im Brasil),
mentre negli Stati Uniti è stata persino costretta a fare accordi con
Verizon e Comcast per avere più banda. Beninteso, non ha acquistato una
corsia prioritaria per i contenuti, bensì si tratta di una
interconnessione onerosa tra le reti, saltando provider intermedia che
possano rallentare il collegamento. C'è dibattito se anche questo tipo
di accordo violi la neutralità della rete, ma al momento non è vietato
dalle regole dell'Authority Usa ECC. Comunque, come detto, Netflix su
questo fronte ha già deciso di risparmiare in Italia e userà solo una
propria infrastruttura, certo meno capillare (quindi meno vicina all'utente) delle Cdn Telecom: metterà in data center nazionali (forse a Roma
e Milano) hard disk con i film più richiesti. «Nessun fornitore di
contenuti è privilegiato sulla nostra rete. Trattiamo tutti, corri-preso
la nostra piattaforma TimVision, allo stesso modo», specifica Daniela
Biscarini, responsabile della divisione multimedia entertainment di Tiro
Tuttavia, l'uso di TimVision è favorito dal fatto che i nuovi utenti
Tim fibra e Adsl l'hanno in omaggio nel canone. Altrimenti, il costo è 5
euro al mese, comunque inferiore ai 7,99 euro al mese della tariffa base
di Netflix. Infinity ora è in promozione a 4,99 euro al mese, come a
dire che secondo le aziende italiane è questo quanto siamo disposti a
spendere. Infinity inoltre consente oltre allo streaming il download per
una visione offline (Netflix no, per il motivo dichiarato di non
confondere l'utente con l'imbarazzo della scelta). Per altro, Sky Online
è in omaggio per i 8 mesi su Fastweb e per 12 mesi sulle offerte fisse
Vodafone, mentre Tiscali regala per mesi Infinity. In questo quadro,
Netflix costando di più dovrebbe includere più contenuti dei concorrenti o
funzionare meglio. Il primo punto è assicurato dal fatto che la sua
flat indude tutto, mentre i concorrenti italiani fanno pagare a parte le
nuove visioni (TimVision ne regala una al mese, però, a scelta
dell'utente). Ci saranno inoltre i nuovi film e serie tv prodotte da
Netflix. Per il secondo punto, Netflix può fare leva sullo speciale
algoritmo proprietario che adatta il peso dello streaming alla
quantitàdi banda in tempo reale (anche se i concorrenti hanno qualcosa
di analogo). Difficilmente però, senza l'uso di Cdn, potrà funzionare meglio degli altri. Sul
fronte dell'usabilità, Netflix non dovrebbe fare meglio dei concorrenti,
che già vantano un ampio numero di dispositivi supportati (le
principali console e smart tv; TimVision è anche su smartphone e senza
consumo di GB perchi ha sim diTim: un altro vantaggio ineguagliabile).
«Tutto sommato, il business case di Netflix in Italia è gravato da molte
incognite», dice Maffè. Per gli operatori telefonici c'è invece tutto
da guadagnare dal boom dei video, «che ancora non c'è stato in Italia»,
ricorda Biscarini. «Possiamo incrementare il numero di abbonati banda
larga e soprattutto fibraottica, ma anche fidelizzarli, grazie a
un'offerta di film e serie tv», aggiunge. Concorda Maffè: «per gli
operatori è una strada obbligata», anche considerando che ci sono ancora
soltanto i milioni di utenti banda larga e un milione di utenti banda
ultra larga in Italia.
mercoledì 16 settembre 2015
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1 commento:
in che senso "poca popolarità delle serie tv"?
le guardano tutti!
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