L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
In "Banshee" il male si insinua in un recinto protetto
"Vale la pena dare un'occhiata a «Banshee -
La città del male», la serie americana che tra i suoi produttori
esecutivi vanta una firma molto prestigiosa, quella di Alan Ball. Dopo
la raffinata saga della famiglia di «sotterramorti» raccontata in «Six
Feet Under» e dopo «True Blood», il fantasy popolato da vampiri e altre
creature sovrannaturali, Ball è tornato alla tv con un telefilm
realizzato per il canale Cinemax (legato al celebre HBO). «Banshee»,
di cui su Sky Atlantic è iniziata la seconda stagione, prende il nome
da una minuscola cittadina dove tutti si conoscono e ai cui margini vive
una piccola comunità Amish, un gruppo di protestanti di origine tedesca
che vive di agricoltura e rifiuta il progresso tecnologico, basando la
propria identità e la propria organizzazione sociale su indissolubili
legami familiari (venerdì, ore 21.10). Il punto di partenza
della serie è un furto d'identità: un misterioso ex detenuto esce di
prigione e si spaccia per Lucas Hood, appena nominato sceriffo della
città. Il suo obiettivo è ritrovare l'amante e complice Anastasia, che
vive proprio a Banshee insieme alla nuova famiglia che si è costruita. Le
cose non filano proprio lisce e presto la cittadina si rivela piena di
lati oscuri e terribili segreti, soprattutto legati al boss criminale
Kai Proctor, che Hood deve gestire. Va a finire che il male
s'insinua anche nel recinto protetto della comunità Amish e nella
riserva indiana che costituisce l'ambiente principale della seconda
stagione. Se una delle tendenze più forti delle serie
contemporanee è quella di puntare tutto sull'approfondimento psicologico
dei personaggi, sull'evoluzione dei loro caratteri, «Banshee»
segue una strada diversa: racconta la sua storia con uno stile visivo
molto forte, sfacciato, e basa il suo fascino su colpi di scena continui
e sequenze d'azione molto d'impatto. Tra i suoi creatori c'è anche il
romanziere Jonathan Tropper". (Aldo Grasso, 20.04.2015)
giovedì 23 aprile 2015
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento