L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
LA REPUBBLICA
Roberto Saviano fa sul serial: "la serie che funziona è quella che si consuma"
"Per qualche strana ragione serializzare ha assunto il significato di stressare un concetto,
ribadirlo, renderlo merce per la consumazione, in altri termini
svuotarlo della creatività originaria e riprodurlo nella sua imitazione. Tutt'altro. La serie che funziona in tv
è una serie che non si gonfia ma si consuma. Non si gonfia di storie o
personaggi, ma procede con storie necessarie e i personaggi vanno
esaurendosi. Storie che trovano un loro spazio ideale, non vicende che
vengono annacquate, dilazionate per rinviarne la fine e ricavarne quanti
più episodi possibili. Il piacere della serialità che di questi tempi
stiamo sperimentando non è affatto novità ma è amore ritrovato. Interi
imperi editoriali sono nati dalla serialità nell'Ottocento. Tutti i
maggiori talenti letterari si sono espressi nella serialità: Balzac,
Dostoevskij, Tolstoj, Gautier, Hugo sono stati pubblicati in serie, come
romanzi d'appendice. La differenza tra il feuilleton e la serialità
contemporanea sta nel metodo. Il romanzo d'appendice spesso era un libro
pubblicato a puntate e il tempo dell'attesa aumentava la sua forza; la
serialità è la costruzione di episodi da un nucleo originario, un nucleo
che nutre tutte le declinazioni successive di cui si compone. Anche se
uscisse in un unico giorno, un'opera seriale rimarrebbe costitutivamente
composta da episodi separati; non è così per i romanzi d'appendice, che
invece, tolto il tempo d'attesa, diventano un libro, un unicum. Non tutti però. Sono convinto che ci sia una precisa ragione al ritorno
vincente della serializzazione di un'idea e di una storia. La
serializzazione diventa una forma di resistenza al consumo. Oggi
l'ipertrofia della fruizione rende rapidissimi la valutazione e il
giudizio su una creazione: sommersi da film, news, libri, diventa
difficilissimo selezionare e scegliere. La serie accompagna nel percorso
di comprensione con lo stesso scorrere del tempo del quotidiano. Non ti
costringe a quell'opera di sintesi cui il film ti costringe per sua
natura. Somiglia di più alla vita l'opera che non smette di esistere in
un paio d'ore. La serie televisiva oggi
sta vivendo un suo momento d'oro, negli Stati Uniti in primis, ma anche
in Europa, non solo in termini di quantità ma anche di qualità, non solo
in termini di popolarità, ma anche di critica. Negli anni '80 la serie
era considerata un genere minore rispetto al film. Telefilm e sit-com
erano racconti d'evasione, trionfo dei sentimenti o avventure surreali,
in ogni caso contraltare alla realtà spietata. Raramente nello scorrere
delle giornate di Love Boat o de Il mio amico Arnold o di Super Vicky
finivano tracce della complessità del reale.
La nuova serialità, che oggi rende le serie tv
molto più sperimentali del cinema, è invece esercizio alla complessità.
Affronta spesso temi attuali e mondi veri o verosimili, facendo della
realtà - anche la più cruda, anche la più difficile da accettare - il
fulcro su cui svilupparsi e non la dimensione da cui fuggire. La serie è un formato televisivo
che permette di innescare la fidelizzazione, che nel commercio è
l'elemento più prezioso, alla base di qualsiasi tipo di vendita. Ma come
tutto ciò che ha valore trascende il vincolo di marketing. Grazie
alla sua struttura, infatti, la serie può permettersi di essere più
complessa senza rischiare di perdere spettatori dopo il primo weekend al
cinema; può concedersi l'agio di raccontare i protagonisti nella loro
totalità, nelle loro varie sfaccettature, nella loro evoluzione
temporale; può riuscire a far affezionare gli spettatori ai suoi
protagonisti e alle loro vite.
Il mercato dei libri, dei film, della musica, della tv
ha ormai parametri di successo impossibili da soddisfare nella
situazione attuale. Riuscire a vendere un milione di copie di libri in
un unico paese in Europa è praticamente impossibile, nonostante molti
editori millantino di riuscire a raggiungere quelle cifre. A parte
qualche rarissimo caso, pochissimi film degli anni 2000 sono finiti
nella lista dei maggiori incassi al botteghino (se si aggiusta
ovviamente il tasso di inflazione). Negli Stati Uniti - il mercato
musicale più grande al mondo - nel 2014 nessun cantante ha venduto un
milione di dischi. La tv è sottomessa
alla spada di Damocle dello share, che la nascita del digitalee la
diffusione del satellite hanno reso ancora più affilata, ma le serie
hanno in parte la possibilità di smarcarsi da questo meccanismo: da un
punto di vista produttivo i loro risultati, infatti, possono essere
valutati nel tempo, su più piattaforme e in diversi paesi. Il loro
successo può crescere con la fruizione, con la distribuzione: non si
consumano passaggio dopo passaggio, ma anzi diventano cult. Serializzare
un'idea significa specularci, ma non nell'accezione orrida dello
sfruttamento senza scrupolo, al contrario nel significato filosofico di
indagare, ricercare, esplorare. Speculare su una trama sino a
raggiungere l'opera che si vuole compiere e in cui far specchiare il
lettore. In fondo riflettere, torcere, approfondire la stessa idea è il
modo migliore per far attraversare l'intero mondo attraverso quell'idea.
Qui Heidegger può impropriamente venire in soccorso: pensare è
limitarsi a un solo pensiero che un giorno si arresterà nel cielo del
mondo, come una stella".
lunedì 26 gennaio 2015
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