Recensione del concerto tratta da Soundsblog
I The Pretty Reckless arrivano in Italia nella settimana in cui il loro nuovo disco, Going To Hell, debutta al quinto posto della classifica americana. Il già altissimo interesse per la band di Taylor Momsen, quindi, si alza ancor di più, al punto che il concerto viene prima spostato dai Magazzini Generali al più capiente Limelight, e la sera dello show si registra comunque il soldout. All’interno l’atmosfera è caldissima, e con sorpresa si scopre che il pubblico è per la maggior parte di sesso femminile e appena maggiorenne. Demografia interessante, per una cantante che fino a poco tempo fa suonava vestita solo da pezzi di nastro adesivo nero a coprirle i capezzoli*… eppure, è stata presa ad esempio da parecchie adolescenti, che dimostreranno tutto il loro affetto durante la serata.
Alla prova dal vivo, la band si dimostra composta da tre solidi mestieranti (Ben Phillips alla chitarra, Mark Damon al basso e Jamie Perkins alla batteria), ma l’attenzione è tutta catalizzata verso Taylor, magrissima eppure imponente sul palco. Non si stenta a capire perchè tutti gli occhi siano per lei: magnetica, con presenza scenica da ‘poetessa maledetta’. Dispiace per i musicisti, ma proprio non c’è storia contro un’attrice dotata di una gran voce. Perchè, sì, Taylor ha una buona voce, roca e rock al punto giusto, e nei pezzi più azzeccati la sa mettere a buon uso. Peccato che il concerto duri solo un’ora, undici brani in tutto: con due album all’attivo, è un po’ poco, ed è chiaro che il pubblico ne avrebbe voluto ancora. E ancora. E ancora. E invece, si trova solo fra le mani (e nelle orecchie) qualche ringraziamento al pubblico italiano, e qualche singolo di successo, alternato a qualche brano un po’ meno riuscito. I Pretty Reckless salveranno il futuro del rock? Probabilmente no, ma perlomeno sanno mettere in piedi un buono spettacolo.
*- per gli assatanati all’ascolto, sottolineiamo che no, Taylor non ha mai mostrato nudità durante il concerto, ha sempre indossato una sorta di tunica con il logo della band e degli aderentissimi pantaloni di pelle nera. Questa fa segnare il 2014 come annus horribilis per la categoria “donne che prima suonavano in topless coprendo i capezzoli con il nastro adesivo e ora suonano vestite” - già le Butcher Babies ci avevano illuso per poi presentarsi scollate ma vestite…
Per altre foto del concerto, basta cliccare su una per far partire la gallery, da cui poi si possono ingrandire ulteriormente gli scatti…
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