L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
LA STAMPA
E' giunta l'ora di "The Newsroom", il "dentro la notizia" che diventa tv
"Evviva. La serie che racconta il dietro le quinte dell'informazione
americana arriva in Italia: Rai3 trasmette dal 17 ottobre in prima
serata The Newsroom, il cui protagonista Jeff Daniels ha appena vinto un
Emmy. È una
fiction sul giornalismo televisivo ai nostri giorni, ambientata in un
ipotetico network statunitense dove si costruiscono i tg, primo fra
tutti quello della sera, il più importante, da loro come da noi.
Prodotta dalla HBO, approdata già alla seconda serie, girata in
maniera nervosa, sincera, adrenalinica, è stata comprata da Raitre, un
atto ardito che il direttore Vianello rivendica perché, per una volta,
non si pensa solo agli ascolti: «La gente, a volte, è molto più
preparata di quanto noi stessi immaginiamo e Raitre è una rete che fa
prevalentemente informazione. C'è parso quindi giusto giocarci questa
carta prendendocela noi, prima ancora che passasse su una tv a
pagamento. Una cosa oggi assai insolita. Riteniamo possa andare bene e
comunque, ogni tanto, ci piace che il nostro pubblico venga preso dalle
vertigini».
The
Newsroom, comunque, è un caso speciale. Prima di tutto perché è stata
scritta da Aaron Sorkin, premio Oscar per The social network, uno dei
migliori giovani talenti del teatro che ha ammesso di essersi ispirato
per il personaggio dell'anchorman al conduttore Olbermann, un onesto
caratteraccio, nella cui redazione ha lavorato per alcuni tempi.
Poi perché è recitata con estrema abilità da un gruppo di vecchi e
giovani attori che il teatro lo fanno quotidianamente come Jeff Daniels,
Emily Mortimer, Sam Waterson, John Gallagher, Dev Patel, e Tomas
Sadoski, il solo interprete approdato a Roma per accompagnare il lancio
italiano.
Ci sarà anche, nelle puntate successive, un ruolo per Jane Fonda, un
tempo moglie di Ted Turner magnate americano della CNN. La cosa che più
fa impressione a noi italiani è la rapidità con cui si fanno e si
disfano carriere: in cinque minuti uno può essere promosso o allontanato
dal suo posto solo per una questione di merito. Spaventoso e insieme
affascinante per noi che impieghiamo mesi a prendere una decisione.
La prima puntata è il racconto di come questo tg della sera arrivi a
dare la notizia di un disastro ambientale nel Golfo persico con maggiori
particolari e maggiore precisione di concorrenti. Ma i riferimenti a
episodi tragici o comunque drammatici realmente accaduti come
l'incidente alla centrale di Fukushima o la crisi finanziaria, vengono
intrecciati alle vicende personali dei protagonisti: amicizie tradite,
discussioni feroci, amori in crisi, fallimenti professionali. «Il nucleo
intorno a cui è stata scritta questa sceneggiatura - dice Tomas Sadoski
- è il giornalismo contemporaneo.
Come poter fare alta qualità e alti ascolti. Come difendersi da
servizi sui pettegolezzi in favore di approfondite inchieste su
conflitti lontani. Come lasciare nelle mani dei professionisti che sanno
analizzarla una notizia rilanciata via cellulare o via internet in
tutto il mondo da chi professionista non è.
La
nostra serie ha aperto nel paese, e non solo tra gli addetti ai lavori,
un dibattito sull'informazione di cui si sentiva e si sente il bisogno.
E' il motivo principale per cui sono fiero di lavorarci». Chiamato sul
set dopo esser stato visto recitare in palcoscenico, messo accanto ad
attori di straordinaria bravura, Sadoski spiega come si girano le
puntate: «Un metodo simile a quello che usiamo in teatro: tre giorni per
imparare le battute del copione a memoria senza cambiare una virgola e
poi massima velocità nel palleggiarcele gli uni con gli altri nella
maniera più credibile».
Faticoso? «Per chi è abituato al teatro non tanto, anche se qua , in
tv, i tempi sono più stretti. Manca l'emozione di trovarsi davanti al
pubblico, ma chi fa l'attore deve saper trovare la carica in se stesso».
Che impressione le ha fatto leggere che in Siria siano stati usati i
gas contro la popolazione inerme come voi avevate immaginato? «Un gran
dolore. Nessuno di noi ha pensato: Visto? Lo avevamo predetto! Non c'è
alcuna ambizione divinatoria. Ci interessa proporre una riflessione.
Senza una informazione corretta, che va alle radici, cerca di
avvicinarsi alla verità, spiega i retroscena, entra in crisi anche la
democrazia». (Simonetta Robiony)
giovedì 17 ottobre 2013
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3 commenti:
Imperdibile! Intelligente come poche negli ultimi anni!
Buona serie, ma inferiore a West Wing o anche a Studio 60 dello stesso Sorkin...l'informazione Usa è molto più cinica e meno verbosa....! Ci ho fatto uno stage, so di cosa parlo..
E' stata spostata da Rai3 al venerdì!
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