L'EDICOLA DI LOU - Stralci, cover e commenti sui telefilm dai media italiani e stranieri
CORRIERE DELLA SERA
Il fantasma del senso di colpa a "Boardwalk Empire"
"Di «Boardwalk Empire», la serie che ha riportato in vita l'America
degli anni del proibizionismo, osservandoli attraverso le vicende che
hanno agitato la più peccaminosa delle sue figlie, Atlantic City, si è
già detto e scritto, tutto il bene possibile, e a ragione. Sotto la supervisione artistica di Martin Scorsese, la terza
stagione si è avviata secondo le migliori premesse: dopo il finale choc
della seconda stagione, si riprendono le fila del racconto all'alba del
1923 (Sky Cinema 1, venerdì, 21.10). L'anno nuovo, festeggiato (o forse
esorcizzato) con ricche libagioni, inaugura molti cambiamenti. Il
gangster Nucky Thompson (Steve Buscemi) deve fare i conti con un nuovo
rampante nemico, Gyp Rosetti. A differenza di Nucky, Rosetti è un
criminale feroce in modo «grezzo» e sanguigno, non conosce l'«etichetta»
di criminali che si sentono, nel loro profondo, anche degli uomini
d'onore. Al centro della scena c'è poi sempre più Margaret, la moglie di
Nucky, a riequilibrare il ruolo finora piuttosto marginale riservato
nella serie ai personaggi femminili. Margaret ha già attraversato guadi
pericolosi: prima disprezzata e ridotta in povertà, poi salvata dal suo
bell'aspetto che richiama l'attenzione di Nucky e la porta in breve ad
avere tutto. Ma a che prezzo? Tutta la stagione si sta giocando sul
rapporto tra lei e il gangster: barattare la propria coscienza per
vivere un'esistenza agiata o smettere di scendere a compromessi e
accettarne tutte le conseguenze? Nucky intanto è sempre Nucky,
giganteggia in scena perfettamente plasmato dalla fisiognomica di Steve
Buscemi: comanda, ricatta, tradisce, sempre con la stessa annoiata
espressione. Ma, forse per la prima volta, il fantasma che più lo agita è
quello del senso di colpa, per la fine del «figlioccio» Jimmy, e per
tutto il resto".
(Aldo Grasso, 18.03.2013)
lunedì 18 marzo 2013
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