Stracult e Stracotti …ovvero la serie che questa settimana va su e quella che
inevitabilmente va giù. Parola di Stargirl!
Lo Stracult della settimana si è concluso il 5 aprile 2011. Nessun errore
di battitura, infatti è l’11 gennaio dello scorso anno quando debutta sulla
rete televisiva americana FX, Lights Out, uno sport-drama che racconta la storia di Patrick “Lights” Leary un
grande campione di boxe, che dopo aver perso ingiustamente il titolo al termine
di un incontro ed essersi ritirato dal mondo del pugilato, è costretto a
ritornare sul ring per non affondare nel mare di debiti in cui sta
sprofondando. La serie si concluse dopo i 13 episodi previsti della prima
stagione ma non venne rinnovata a causa di ascolti troppo bassi. Così come il
protagonista perde il titolo senza giusta causa, anche Lights Out è stata
costretta a chiudere i battenti troppo frettolosamente: per nostra fortuna la
serie riesce a trovare una conclusione (seppure con finale aperto) risultando
così godibile nel complesso.
Lights Out è una storia dura, sincera e appassionata: è il ritratto onesto di un uomo che si ritrova a fare i conti con i suoi errori. Messo alle corde, Patrick (interpretato da un eccellente Holt McCallany) è costretto a prendere delle decisioni che avranno delle ripercussioni drammatiche sulle persone che ha intorno e sul suo stesso fisico. Se il cinema può vantare pellicole come The Fighter e The Wrestler, il piccolo schermo può andare fiero di questo anti-eroe, tutto cuore, muscoli, rabbia e orgoglio irlandesi.
A poco più di un anno dalla conclusione, lo show viene riproposto finalmente anche in Italia, a partire dal 29 aprile su Fox, con il titolo Fuori dal Ring (pessimo, come sempre, l’adattamento italiano). Una vera chicca che nessun appassionato del genere, e non, può lasciarsi sfuggire.
Lights Out è una storia dura, sincera e appassionata: è il ritratto onesto di un uomo che si ritrova a fare i conti con i suoi errori. Messo alle corde, Patrick (interpretato da un eccellente Holt McCallany) è costretto a prendere delle decisioni che avranno delle ripercussioni drammatiche sulle persone che ha intorno e sul suo stesso fisico. Se il cinema può vantare pellicole come The Fighter e The Wrestler, il piccolo schermo può andare fiero di questo anti-eroe, tutto cuore, muscoli, rabbia e orgoglio irlandesi.
A poco più di un anno dalla conclusione, lo show viene riproposto finalmente anche in Italia, a partire dal 29 aprile su Fox, con il titolo Fuori dal Ring (pessimo, come sempre, l’adattamento italiano). Una vera chicca che nessun appassionato del genere, e non, può lasciarsi sfuggire.
Shonda Rhimes è la regina indiscussa del medical drama, questo nessuno può negarlo. Lo ha dimostrato, e
continua a farlo brillantemente, con Grey’s Anatomy, ne ha dato conferma con Private Practice
e tutto sommato, nonostante i punti deboli del caso, lo ha sottolineato anche
con Off The Map.
Stavolta però, la cara Shonda, ha fatto il passo più lungo della gamba e con Scandal, attesissima serie di questa primavera, si è data la zappa sui piedi da sola.
Al centro dello show, Olivia Pope (Kerry Washington), agguerrita avvocatessa di Washington D.C., a capo di una sorta di “task force” di legali, impegnati più a evitare che i loro clienti finiscano in tribunale che non a far sì che la giustizia trionfi. Un gruppo di “gladiatori in giacca e cravatta” come loro stessi amano definirsi, disposti a scendere a compromessi più o meno immorali e a ricattare nemici e clienti, pur di raggiungere i loro scopi.
Avvocati per nulla credibili e convincenti, a partire dalla protagonista stessa, personaggio piatto e prevedibile, fin troppo algido e distaccato per apparire anche un minimo accattivante.
Personaggi freddi e indisponenti, per cui risulta davvero difficile nutrire un briciolo di simpatia, nonostante il cast vanti la presenza di Henry Ian Cusick, il celebre, e tanto amato, Desmond di Lost.
La regia frenetica e i dialoghi rapidi (troppo) e prolissi, non giovano certo alla serie, scadente sotto tutti i punti di vista e dai risvolti inevitabilmente scontati. Stracotta, proprio come Shonda Rhimes al momento.
Stavolta però, la cara Shonda, ha fatto il passo più lungo della gamba e con Scandal, attesissima serie di questa primavera, si è data la zappa sui piedi da sola.
Al centro dello show, Olivia Pope (Kerry Washington), agguerrita avvocatessa di Washington D.C., a capo di una sorta di “task force” di legali, impegnati più a evitare che i loro clienti finiscano in tribunale che non a far sì che la giustizia trionfi. Un gruppo di “gladiatori in giacca e cravatta” come loro stessi amano definirsi, disposti a scendere a compromessi più o meno immorali e a ricattare nemici e clienti, pur di raggiungere i loro scopi.
Avvocati per nulla credibili e convincenti, a partire dalla protagonista stessa, personaggio piatto e prevedibile, fin troppo algido e distaccato per apparire anche un minimo accattivante.
Personaggi freddi e indisponenti, per cui risulta davvero difficile nutrire un briciolo di simpatia, nonostante il cast vanti la presenza di Henry Ian Cusick, il celebre, e tanto amato, Desmond di Lost.
La regia frenetica e i dialoghi rapidi (troppo) e prolissi, non giovano certo alla serie, scadente sotto tutti i punti di vista e dai risvolti inevitabilmente scontati. Stracotta, proprio come Shonda Rhimes al momento.
1 commento:
direi che se avessero affidato il tema a un maestro del genere come Aaron Sorkin, abituato alle battute a raffica, e non a una specializzata nella soap (in corsia), le cose sarebbero andate meglio...condivido, Scandal bocciato!!!
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