Stracult e Stracotti - …ovvero la serie che questa settimana va su e quella che inevitabilmente va giù. Parola di Stargirl!
Pollice su questa settimana per Alcatraz, la nuova serie stracult di (san) J.J. Abrams, che dopo le prime due puntate conferma le aspettative fiduciose dei fan.
Prima di elencarne pregi e eventualmente difetti, partiamo però da un presupposto fondamentale: se come me siete affetti da una forte Lost-algia, se per voi i losties erano molto più che semplici personaggi di finzione e abbandonando l’isola hanno lasciato un vuoto incolmabile nel vostro cuore, nulla sostituirà mai Lost nella vostra mente, fatevene una ragione. Detto ciò, se da tempo eravate alla disperata ricerca di un ottimo sostituto di Fringe (a rischio chiusura), finalmente potete tirare un sospiro di sollievo. Mettete da parte Person of Interest se non vi ha convinti, e sintonizzatevi su Alcatraz, il valoroso sostituto, sul canale Fox, di quel deludente esperimento dal titolo Terra Nova. 10 milioni di spettatori per la première di stagione, il 10% di share in più rispetto al flop firmato Spielberg (preannunciato come la serie evento dell’anno), sancendo il miglior debutto di uno show sul network negli ultimi tre anni. La storia è intrigante e originale, grazie anche e soprattutto all’ambientazione: come location, infatti, la scelta è ricaduta sulla misteriosa isola di Alcatraz, dove dallo storico carcere di massima sicurezza si intravede la baia di San Francisco. Qui, pericolosi detenuti scomparsi nel nulla nel 1963, si ritrovano catapultati ai giorni nostri, senza riportare i segni del tempo e della vecchiaia, pronti a compiere efferati omicidi per motivi ancora ignoti. La serie è strutturata in chiave procedural, con episodi sviluppati (proprio come in Fringe), con trama verticale e casi autoconclusivi di puntata in puntata. Le inconfondibili musiche di Michael Giacchino conferiscono tensione e pathos alla storia, e nel cast brilla più che mai la performance di Jorge Garcia, in cui inevitabilmente tutti i fan ritrovano l’adorato Hugo del volo Oceanic 815.
Prima di elencarne pregi e eventualmente difetti, partiamo però da un presupposto fondamentale: se come me siete affetti da una forte Lost-algia, se per voi i losties erano molto più che semplici personaggi di finzione e abbandonando l’isola hanno lasciato un vuoto incolmabile nel vostro cuore, nulla sostituirà mai Lost nella vostra mente, fatevene una ragione. Detto ciò, se da tempo eravate alla disperata ricerca di un ottimo sostituto di Fringe (a rischio chiusura), finalmente potete tirare un sospiro di sollievo. Mettete da parte Person of Interest se non vi ha convinti, e sintonizzatevi su Alcatraz, il valoroso sostituto, sul canale Fox, di quel deludente esperimento dal titolo Terra Nova. 10 milioni di spettatori per la première di stagione, il 10% di share in più rispetto al flop firmato Spielberg (preannunciato come la serie evento dell’anno), sancendo il miglior debutto di uno show sul network negli ultimi tre anni. La storia è intrigante e originale, grazie anche e soprattutto all’ambientazione: come location, infatti, la scelta è ricaduta sulla misteriosa isola di Alcatraz, dove dallo storico carcere di massima sicurezza si intravede la baia di San Francisco. Qui, pericolosi detenuti scomparsi nel nulla nel 1963, si ritrovano catapultati ai giorni nostri, senza riportare i segni del tempo e della vecchiaia, pronti a compiere efferati omicidi per motivi ancora ignoti. La serie è strutturata in chiave procedural, con episodi sviluppati (proprio come in Fringe), con trama verticale e casi autoconclusivi di puntata in puntata. Le inconfondibili musiche di Michael Giacchino conferiscono tensione e pathos alla storia, e nel cast brilla più che mai la performance di Jorge Garcia, in cui inevitabilmente tutti i fan ritrovano l’adorato Hugo del volo Oceanic 815.
A sprofondare nella categoria stracotti, senza speranze di miglioramento all’orizzonte, è One Tree Hill, lo show della CW firmato Mark Schwahn. A ulteriore riprova della profonda crisi in cui è precipitato il teen drama da un paio d’anni a questa parte, basta vedere l’esempio di Gossip Girl, 90210 e simili, OTH è ripartito la scorsa settimana in mid-season, con la nona estenuante stagione. Arrivato al capolinea già nel corso della quinta stagione, il telefilm è letteralmente alla frutta, e dopo aver perso per strada personaggi chiave come Lucas e Peyton (Chad Michael Murray e Hilary Burton), ha smarrito la verve e l’originalità che nel 2003 lo avevano reso il degno erede di Dawson’s Creek. Da trascinatore del genere dedicato agli adolescenti qual era, si è trasformato negli anni in un fantasma di sé stesso, diventando un groviglio di situazione già viste, intrecci noiosi e ripetitivi e colpi di scena banali e prevedibili.
Ciò che si evince sempre più, ormai, è che se il teen drama conserva ancora qualche possibilità di sopravvivere, potrà farlo solo attraverso la contaminazione di generi, nello specifico, con l’apporto di elementi fantasy nella trama: Vampire Diaries docet.
Ciò che si evince sempre più, ormai, è che se il teen drama conserva ancora qualche possibilità di sopravvivere, potrà farlo solo attraverso la contaminazione di generi, nello specifico, con l’apporto di elementi fantasy nella trama: Vampire Diaries docet.
1 commento:
Alcatraz non la danno su Fox, ma su Premium!
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