Intervista a Leo Damerini realizzata da Martina Pennisi per Quo Media
Che l’universo dei telefilm stia vivendo un periodo di transizione è stato detto e ridetto. Che l’immediatezza del web, lo sciopero degli sceneggiatori Usa lo scorso anno, le scelte più o meno errate di collocazione nei palinsesti generalisti e la pluralità dell’offerta data da digitale e satellite abbiano messo sotto pressione un genere, quello delle serie tv appunto, che è tradizionalmente specchio delle generazioni alle quali si rivolge e, in quanto tale, destinato ad accompagnarne l’evoluzione è stato lampante durante questa stagione. Per provare a dare una risposta ai numerosi interrogativi che circondano l’andamento altalenante del formato, in termini di ascolti e popolarità, abbiamo chiamato in causa l’esperto italiano per eccellenza in materia: Leopoldo Damerini, fondatore con Fabrizio Margaria dell’Accademia dei Telefilm, autore del Dizionario dei Telefilm, mente pensante e organizzatrice del Telefilm Festival meneghino e di recente sugli scaffali delle librerie con La vita è un telefilm con Chiara Poli (Garzanti editore). In merito alle scarse soddisfazioni della stagione televisiva che si sta per concludere Leopoldo Damerini ha affermato che “lo scorso anno si è raggiunto il climax della presenza dei telefilm nei palinsesti generalisti, 22%. Quest’anno il dato è sceso al 20%, facendo registrare una flessione prevedibile se si pensa allo sciopero degli sceneggiatori e al ritorno in auge dei reality. Quello che preoccupa è la crisi di idee. Ci sono state poche novità. Perciò sono alte le aspettative per il prossimo anno, si dovrebbero vedere importanti novità, grandi sceneggiature, forti, con personaggi strutturati”.A proposito del calo degli ascolti degli ultimi mesi, ha tenuto a specificare che “con la bella stagione è normale. Sarebbe meglio posticipare l’uscita di alcuni titoli”. L’atmosfera estiva e la scarsa presenza dei giovani davanti al piccolo schermo potrebbe essere uno dei problemi, ha ipotizzato Damerini, incontrati da 90210, spin-off del cult degli anni ‘90 trasmesso da Raidue: “90210 è un ibrido fra la serie originale e Gossip Girl (Italia 1), riadatta un raccolto cult e riprende qualcosa anche da The O.C. Purtroppo non riprende molto da Dawson’s Creek, miglior teen drama degli ultimi anni a mio parere. Ha smarrito qualche spettatore a causa del passaggio al digitale di Raidue, che ha comportato lo perdita del 3% di share, e probabilmente sarebbe stato meglio lanciarlo in autunno”, ha affermato e alla richiesta di lumi sul flop di Gossip Girl, ha risposto: “G.G. è arrivato in Italia già ‘vecchio’. Racconta storie precedenti alla crisi economica, adolescenti che spendono e fanno shopping sfrenato. E’ troppo edonistico e irreale. I telefilm sono ancorati alla realtà, basta poco perché diventino vecchi e falliscano nell’intento di rappresentare la realtà circostante”.
E’ anche vero che “l’iPhone generation sa perfettamente cos’è Gossip Girl anche se non è andato bene in termini di auditel”, ha proseguito, facendo notare che “l’auditel premia un pubblico anziano”, un pubblico che non rispecchia lo spettatore medio dei telefilm. A contribuire alla fama extra-televisiva di Gossip Girl è stata indubbiamente la rete internet che “è positiva per l’utenza ma toglie spettatori alla tv. La vittima reale del web è tuttavia il mercato dei dvd, molti titoli non vengono più prodotti ed è concreto il rischio di veder scomparire i cofanetti”. E se il satellite “è positivo per la diffusione dei telefilm, ma ultimamente è diventato troppo dispersivo e ha perso la sua inclinazione a fidelizzare gli spettatori verso un determinato canale”, il digitale terrestre “garantisce continuità e ha raccolto l’eredità del satellite entrando nel metabolismo di chi ama i telefilm”. Tornando alla tv generalista, Leo Damerini ha elogiato le serate a tema proposte dai palinsesti nostrani (serata Doc, serata Sci-fi, ecc.): “E’ una tecnica vincente. Fa gioco alle reti che preservano il prodotto per l’intera stagione ed è interessante per il pubblico perché garantisce la presenza di un contenitore sempre uguale all’interno del quale si possono addirittura mutare i titoli”. Un titolo per la prossima stagione? Glee di Ryan Murphy, che potrebbe rappresentare l’eccellenza dal punto di vista qualitativo, e The Mentalist, vero simbolo della nuova stagione in quanto segna il ritorno definitivo all’indagine basata sull’intuizione.
Chi rischia il flop? Fringe, che si perde un po’ fra una puntata e l’altra. Questo non esclude tuttavia la possibilità che incontri i favori del pubblico. Glee debutterà mercoledì 16 settembre su Fox.
The Mentalist inizierà a settembre 2009 su Italia 1 ed è in onda in prima visione dal 28 aprile su Joy di Premium Gallery. Fringe, ideato dal creatore di Lost, è andato in onda su Steel dal 31 gennaio 2009 e debutterà nei prossimi mesi su Italia 1.
E’ anche vero che “l’iPhone generation sa perfettamente cos’è Gossip Girl anche se non è andato bene in termini di auditel”, ha proseguito, facendo notare che “l’auditel premia un pubblico anziano”, un pubblico che non rispecchia lo spettatore medio dei telefilm. A contribuire alla fama extra-televisiva di Gossip Girl è stata indubbiamente la rete internet che “è positiva per l’utenza ma toglie spettatori alla tv. La vittima reale del web è tuttavia il mercato dei dvd, molti titoli non vengono più prodotti ed è concreto il rischio di veder scomparire i cofanetti”. E se il satellite “è positivo per la diffusione dei telefilm, ma ultimamente è diventato troppo dispersivo e ha perso la sua inclinazione a fidelizzare gli spettatori verso un determinato canale”, il digitale terrestre “garantisce continuità e ha raccolto l’eredità del satellite entrando nel metabolismo di chi ama i telefilm”. Tornando alla tv generalista, Leo Damerini ha elogiato le serate a tema proposte dai palinsesti nostrani (serata Doc, serata Sci-fi, ecc.): “E’ una tecnica vincente. Fa gioco alle reti che preservano il prodotto per l’intera stagione ed è interessante per il pubblico perché garantisce la presenza di un contenitore sempre uguale all’interno del quale si possono addirittura mutare i titoli”. Un titolo per la prossima stagione? Glee di Ryan Murphy, che potrebbe rappresentare l’eccellenza dal punto di vista qualitativo, e The Mentalist, vero simbolo della nuova stagione in quanto segna il ritorno definitivo all’indagine basata sull’intuizione.
Chi rischia il flop? Fringe, che si perde un po’ fra una puntata e l’altra. Questo non esclude tuttavia la possibilità che incontri i favori del pubblico. Glee debutterà mercoledì 16 settembre su Fox.
The Mentalist inizierà a settembre 2009 su Italia 1 ed è in onda in prima visione dal 28 aprile su Joy di Premium Gallery. Fringe, ideato dal creatore di Lost, è andato in onda su Steel dal 31 gennaio 2009 e debutterà nei prossimi mesi su Italia 1.
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1 commento:
son d'accordo su tutto: GLEE è già cult, FRINGE - visti i flop di serie simili su Italia 1 - è già tanto se non lo tolgono dalla seconda puntata, MENTALIST può farcela se lo lanciano bene (tipo HOUSE). GOSSIP GIRL è stato cannibalizzato dal digitale terrestre ed è vero che risulta "vecchio", anke se le storie appassionano più di OC, a mio avviso...
Complimenti per l'intervista.
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