lunedì 9 febbraio 2009

L'EDICOLA DI LOU - Stralci e commenti dai giornali italiani ed esteri sui telefilm

CORRIERE DELLA SERA
"Lipstick Jungle": il clone di "SATC" non riesce
"Le opere migliori hanno questo piccolo difetto: non si possono clonare. Puoi mettere all' opera gli stessi autori, ricreare le stesse situazioni, chiedere a New York un ultimo sforzo ma... Ma «Lipstick Jungle» non è «Sex and The City», punto e basta. La serie, basata sul bestseller omonimo di Candace Bushnell, l' autrice di «Sex and the City», è stata creata da Heline DeAnn e Eileen Heisler. Assente Darren Star, incaricato nel frattempo di creare un altro clone della griffe, «Cashmere Mafia», storia di quattro amiche molto fashion e molto in carriera, che si danno una mano fin dai tempi dell' Università (come in «Sorority Forever»)... La giungla di rossetto è ancora una volta New York: Nico, Wendy e Victory sono 3 amiche di successo. Nico (Kim Raver) è direttrice di una rivista di moda ad alta tiratura e mira a rimpiazzare il suo capo; Wendy (Brooke Shields) è presidente di una casa cinematografica, sposata e con figli, cerca di conciliare carriera e famiglia; infine Victory (Lindsay Price), famosa stilista si trova ad affrontare un periodo duro della sua carriera perché le sue collezioni non incontrano più il favore della critica. «Lipstick Jungle» è pieno di «women in charge», di battute brillanti (rovistando in una bancarella di Central Park: «non indossare quella sciarpa verde, fa molto Shrek»), di situazioni spiritose (Wendy è capace di comandare a bacchetta, con una semplice telefonata, Leonardo Di Caprio), di vestiti, di cocktail, di mariti, di amanti, di upper class, di strade di Manhattan, di scarpe di lusso ma... Ma non è «Sex and The City». Nei suoi dialoghi troppe persone dicono: «rilassati», e troppe sono le situazioni già viste. La serie non è andata molto bene, girano voci di una sua chiusura, nonostante numerosi fans abbiano spedito tubetti di rossetto al presidente e al Ceo della NBC Universal Jeff Zucker e a Ben Silverman, per protestare contro la cancellazione".
(Aldo Grasso, 07.02.2009)

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